“Ormai non siamo più a un’efficientamento, ma alla riduzione totale della forza lavoro”. Così ai microfoni di Èlive Marco Ghidoni, lavoratore di E-Distribuzione, questa mattina in sciopero davanti alla sede di Brescia dell’Enel.
“Enel è centrale per il nostro Paese, soprattutto in questo momento in cui si dovrebbe investire con il Pnrr e la transizione energetica” aggiunge Ghidoni.
Un’agitazione che è quindi figlia dei tagli, ma non solo. i sindacati infatti denunciano una modifica unilaterale degli orari di lavoro da parte dell’azienda, l’esternalizzazione di alcune mansioni e un passo indietro in merito agli accordi sullo smartworking.
I punti
Questi sono i punti cardine dello sciopero evidenziati dai lavoratori, i nodi da sciogliere che hanno portato alla manifestazione di oggi:
- Scioperiamo contro i tagli e gli “efficientamenti” che vengono attuati in tutte le Società del Gruppo.
- Scioperiamo per difendere un’Azienda centrale per il Paese che gestisce delle attività in concessione remunerate dallo Stato e quindi dalle bollette degli italiani. ENEL, per questo, è di tutti!
- Scioperiamo contro la modifica dell’orario di lavoro per oltre 6000 operativi della Rete, contro le esternalizzazioni di attività esclusive del lavoro elettrico come le manovre per lavori sulle linee in media tensione.
- Scioperiamo per mantenere uno degli accordi più avanzati sullo Smart Working, per assunzioni e investimenti necessari per accompagnare la transizione energetica e per attuare il PNRR. È inimmaginabile gestire tutto questo, senza di fatto fare assunzioni in tre anni.
- Scioperiamo contro questa politica del Management che mette a rischio le concessioni (distribuzione, idroelettrico, geotermia), che rinuncia ad una politica commerciale espansiva e di qualità per i clienti, indebolendo fatalmente una delle più importanti Aziende italiane.
- Scioperiamo per il servizio elettrico, per i diritti e le tutele dei lavoratori, per il Paese.