Integrazione e sicurezza: affrontare le complessità della violenza giovanile nella provincia di Brescia. Così è stato chiamato un convegno tenutosi giovedì sera nella nostra città, su un tema più che mai attuale così come la cronaca spesso dimostra. E proprio “complessità” è la parola che maggiormente emerge avvicinandosi a un fenomeno delicato, per alcuni sinonimo di criminalità, per altri no.

“Non c’è un inquadramento semplice, non c’è una risposta semplice e schematica – spiega al microfono di Èlive il procuratore dei minori di Brescia Giuliana Tondina – I ragazzi che fanno violenza sono diversi l’uno dall’atro, con storie diverse. E non sempre la violenza significa la stessa cosa nelle vite di questi ragazzi. È quindi importante capire, distinguere e avvicinarsi alle loro esperienze”.

In buona sostanza bisogna provare a capire cosa sia la violenza che loro manifestano, da dove nasce. La dottoressa Tondina distingue diverse radici: un’aggressività che fa parte dello sviluppo che c’è sempre stata e sempre ci sarà, il fenomeno del branco all’interno del quale si fanno cose che da soli non si farebbero mai, e infine l’esperienza famigliare.

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