Ormai ci sono più avvocati che idraulici. È questo il titolo, provocatorio fino a un certo punto, lanciato dalla Cgia di Mestre per sottolineare il continuo calo di artigiani in Italia e anche a Brescia. Se nel 2012 erano poco meno di 1.867.000 unità, nel 2023 la platea complessiva è crollata di quasi 410mila soggetti (-73mila solo nell’ultimo anno); ora il numero totale sfiora quota 1.457.000. Una caduta verticale che si è interrotta soltanto nel 2021 del covid.
“Se questa tendenza non sarà invertita stabilmente, non è da escludere che entro una decina d’anni – lancia l’allarme la Cgia – sarà molto difficile trovare un idraulico, un fabbro, un elettricista o un serramentista in grado di eseguire un intervento di riparazione/manutenzione presso la nostra abitazione o nel luogo dove lavoriamo”.
Il nostro territorio è ai margini del podio nella calssifica delle province che hanno perso più artigiani: Torino in testa con -21.873, Milano seconda con -21.383, Roma terza con -14.140 e Brescia quarta con -10.545.
Tornando ad avvocati e idraulici i primi sfiorano le 237mila unità, si stima che i secondi siano solo 180mila. Secondo l’associazione le cause sono moltepici: lo scarso interesse che molti giovani hanno nei confronti del lavoro manuale; la mancata programmazione formativa verificatasi in tante regioni del nostro Paese e l’incapacità di migliorare/elevare la qualità dell’orientamento scolastico che è rimasto ancorato a vecchie logiche novecentesche.
In generale, specialmente negli utlimi decenni, tante professioni ad alta intensità manuale hanno subito una svalutazione culturale che ha allontanato molti ragazzi dal mondo dell’artigianato.