“La conferma della sentenza di primo grado è l’unica conclusione per rendere giustizia ad una donna uccisa, ricordata ingiustamente per aver tentato di uccidere le figlie”. Così l’avvocato generale di Brescia Giuseppe chiaro, citato dall’agenzia Ansa, nell’aula del Palagiustizia di Brescia dove ha preso il via il processo d’appello per l’omicidio di Laura Ziliani, l’ex vigilessa di Temù.

Alla sbarra è tornato il trio formato da Mirto Milani, Paola e Silvia Zani (figlie della Ziliani) che in primo grado era stato condannato all’ergastolo. Una sentenza per cui l’accusa ha quindi chiesto la conferma.

“Le due ragazze hanno accusato falsamente la madre di volerle uccidere. Bisogna tenerne conto – ha aggiunto il legale – E hanno premeditato l’omicidio procurandosi malta, tute da imbianchino scavando ben due buche per seppellire il cadavere. Silvia e Mirto hanno anche avuto il tempo di convincere Paola a partecipare al piano”.

Il procedimento dovrebbe concludersi da qui a qualche settimana. La sentenza è infatti attesa per il prossimo 22 novembre.