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Ci possono essere tante opinioni, tante ricette ma una vince sempre: la competenza.
E sulla sicurezza ci sono, almeno, due certezze: la prima è che nessuno ha la soluzione reale, quella risolutiva perché il tema è ben più complesso di come lo scontro politico lo dipinge. La seconda è che la Loggia deve fare la propria parte. E vuol dire, anche, dotare la città di un “assessore alla sicurezza autorevole” e a tempo pieno. E la differenza sta proprio qui.

L’EDITORIALE

La Sicurezza non è competenza del Sindaco, vero. Ma per i cittadini la colpa è sua se si sentono insicuri in città.
La Loggia può ripetere come un mantra che la sua parte la sta facendo, che la sicurezza è in mano a Prefetto e Questore ma, ai più, visto che non dovranno dare un esame di “diritto” apparirà come uno scaricabarile.

Il cambio di passo sembra ormai inevitabile, la dead line è arrivata. E quello che serve è un professionista, un “tecnico”, una persona “autorevole”, competente in materia, in grado, in primis, di dettare la linea della Loggia e della Sua Polizia Locale.

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Brescia non ha bisogno di uno sceriffo. Ha bisogno di una figura pragmatica, competente e non ideologica che i parchi li frequenti, non li inauguri. Una figura che preveda una sorveglianza seria, reale, tangibile, percepibile a tutti, non a spot o a ore.
Un professionista che sappia coniugare interventi “decisi e repressivi” con interventi sociali. Ci sono criticità, conosciute, e tuttora irrisolte. Senza un apparente motivo.

I dehor servono ai bar non a chi vende frutta e verdura, e un po’ meno di sporcizia per la frutta e verdura spiaccicata sul bel ciottolato di quella che era una delle più belle vie del centro come Corso Mameli sarebbe già un bel vedere.
Non ci vuole un decreto ministeriale di Piantedosi per vietare l’accatastamento di cassette di frutta vuote a lato di Corso Garibaldi, specie davanti alla ex storica libreria Resola, ora relegata a magazzino a cielo aperto di carrelli e cassette di frutta.
Senza parlare di quegli esercizi pubblici “problematici” . Serve, forse, anche uno scatto d’orgoglio per chiedere (è un eufemismo) a Questore di porvi rimedio. In altro modo, non come è stato fatto fino ad ora.
Ecco c’è un’altra certezza, le multe non servono a niente. Serve cambiare registro. Accertamenti, sospensioni, chiusure. Si può fare. Ma bisogna volerlo fare.

Questa è una Giunta di Sinistra, o meglio centro sinistra. Ed è chiaro che intervenga con ricette di centro sinistra che non sono però l’immobilismo. E lo faccia prima che il populismo proponga le sue, di ricette. Che spesso, poi, vincono. Ma solo nelle urne.

Paolo Bollani

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