Cinque ordinanze di custodia cautelare a carico di altrettante persone, residenti nelle province di Milano, Sondrio, Monza e Brianza e Taranto, sono state eseguite in queste ore dai Carabinieri e dalla Guardia di Finanza di Brescia. È il culmine di una lunga indagine per bancarotta fraudolenta di un’azienda bresciana avviata nel 2021 a seguito della scomparsa dell’imprenditore Pasquale Lamberti.
Quest’ultimo sul proprio telefono, aveva scritto una breve nota dal titolo “La mia vita è in pericolo” in cui indicava i nomi dei presunti responsabili riconducibili all’ambiente ‘ndranghetista.
È poi emerso che questi avevano acquisito, tramite una società svizzera, la proprietà di un’azienda bresciana zootecnica depauperandola del proprio capitale e quindi giungendo al fallimento. In particolare i soggetti di origine calabrese, con imprenditori del nord e un commercialista, avrebbero acquistato beni immobili per parenti, auto di lusso e disponibilità finanziarie su carte di credito prepagate rilasciate da una piattaforma finanziaria svizzera.
Oltre ad aver cannibalizzato le risorse della società, gli indagati avrebbero giovato anche di finanziamenti garantiti dallo Stato per oltre 1 milione e 700mila euro e ottenuto un anticipo di crediti commerciali da alcune banche originati da fatture per operazioni inesistenti, per un valore di circa 400mila euro.
Due sospettati sono finiti in carcere, altrettanti ai domiciliari, mentre uno è stato sottoposto al divieto di esercitare imprese e di assumere uffici direttivi in aziende. Sono stati sequestrati 650mila euro ed è inoltre stato emesso un sequestro preventivo d’urgenza di altri 2 milioni e mezzo di euro.