Un nuova operazione, l’ennesima, per sgominare un’associazione mafiosa di stampo ‘ndranghetista a Brescia. 12 le misure di custodia cautelare eseguite all’alba di questa mattina dalla Guardia di Finanza, 8,5 i milioni sequestrati. Oltre a quella bresciana, sono numerose le province del Nord Italia in cui si è svolta l’operazione, che però supera anche i confini nazionali giungendo fino in Svizzera e Spagna.
Le società e i soggetti coinvolti, circa 70, erano attivi nel classico sistema delle fatture false per operazioni inesistenti. Attraverso oltre 30 società cartiere sparse in mezza Europa (Bulgaria, Ungheria, Slovacchia, Svizzera e Croazia) e filtro italiane, hanno emesso fatture false nel settore del commercio delle materie plastiche per oltre 365 milioni di euro in favore di imprenditori compiacenti, prevalentemente delle province di Brescia e Mantova.
L’indagine, partita nel 2019, ha consentito anche di ricostruire l’ascesa di questa associazione criminale. Prima infatti ve n’era un’altra che la nuova organizzazione era riuscita a scalzare dal giro d’affari attraverso azioni talvolta violente e intimidatorie. Da una rapina simulata sfruttando cittadini cinesi alla sottrazione di credenziali di conti correnti bulgari, fino a giungere a minacce armate.
L’organizzazione criminale è originaria della provincia di Reggio Calabria, egemone nella zona compresa tra i comuni di Melia di Scilla e San Roberto, al cui vertice vi era un soggetto già condannato per associazione di stampo mafioso dal Tribunale di Reggio Calabria.
Sono ancora in corso diverse perquisizioni sia in Italia che all’estero, con il supporto delle unità cinofile antidroga e cash dog, di un elicottero del corpo e dei cosiddetti baschi verdi anti-terrorismo.