Sentenza Ghidini: 2 anni e 4 mesi al pusher di Emanuele
Spaccio e omicidio colposo. Sono queste le accuse mosse ad un 21enne bresciano e che costeranno al giovane due anni e quattro mesi di reclusione. Sarebbe stato lui a comprare ma soprattutto a vendere la droga a Emanuele Ghidini, il ragazzo di Gavardo morto annegato nel fiume Chiese dove si sarebbe buttato sotto l’effetto si sostanze allucinogene. Era il 24 novembre del 2013. Emanuele aveva soltanto 16 anni. I due amici erano andati a una festa, a Muscoline. Li avevano preso un “trip”: un francobollo imbevuto di allucinogeni. Sarebbero stati gli effetti della droga a trascinare il giovanissimo Ghidini verso quel tuffo senza scampo. Dopo una prima accusa mossa in primo grado ad un altro coetaneo, condannato a 2 anni solo per spaccio, i giudici si focalizzarono sulla figura di del 21enne. Sarebbe stato lui a comprare e cedere la droga la notte del 24 novembre 2013. “Un grazie ai Carabinieri e alla Procura per il lavoro svolto – ha commentato su Facebook Gianpietro Ghidini, il papà di Emanuele che da anni si batte contro il consumo di droga con Ema Pesciolinorosso – Non deve passare l’idea che lo spaccio di sostanze illegali possa essere un lavoro alternativo”. “Ho detto ai giornalisti che non ho soddisfazione per la condanna – continua Ghidini – Così come dissi ad uno degli indagati che non l’avrei condannato, ma che avrei voluto aiutarlo, ripeto le stesse parole per questo ragazzo. Se vorrà cambiare strada, se vorrà un aiuto, io non tirerò mai indietro la mia mano”. Sull’accaduto ha espresso la sua versione anche la mamma di Emanuele. “La condanna non mi riporterà indietro il mio Ema, che ha pagato con la vita per il suo errore. E’ giusto che paghi anche chi ha sbagliato”
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