Quattro persone arrestate, tutti imprenditori, tre residenti in provincia di Bergamo e Brescia e un cittadino ungherese. Questo è il bilancio di “Cash River”, l’operazione con la quale i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bergamo stanno indagando su un’ingente frode fiscale.

I quattro uomini arrestati sono ritenuti i principali esponenti di un’associazione a delinquere, dedita all’emissione di fatture per operazioni inesistenti utilizzate da numerose imprese italiane per evadere il Fisco.

I finanzieri, incrociando gli elementi acquisiti con le informazioni presenti nelle banche dati, hanno smascherato un’organizzazione criminale con una fitta rete di società, 21 per solo annualità del 2018, con sede dichiarata a Milano, Cagliari, Roma, Bergamo e all’estero.

Il sistema criminale prevedeva il pagamento delle fatture false con bonifici che affluivano sui conti correnti esteri intestati a società con sede nei paesi dell’est Europa. Il denaro veniva quindi prelevato in contanti da corrieri incaricati di trasportarlo in Italia nascondendolo.

Il denaro veniva poi restituito ai clienti che avevano pagato le false fatture, al netto del 5%, ossia il prezzo pattuito per usufruire della frode. Gli imprenditori hanno potuto avvantaggiarsi doppiamente, evadendo le imposte e creandosi provviste di contanti in nero.

L’ammontare della frode ad oggi è di 16 milioni di euro. Un dato parziale dato che le indagini sono ancora in corso. A tre degli arrestati il GIP ha concesso i domiciliari, il professionista ungherese, elemento fondamentale per l’organizzazione, è invece tutt’ora detenuto nel carcere di Bergamo.