Nel 2020 si potrebbe assistere a un ridimensionamento, in termini di aspettativa di vita, “significativamente più marcato nelle Province del Nord”: in quelle maggiormente colpite dal Covid-19, soprattutto nel Nord-ovest e lungo la dorsale appenninica, “si passerebbe da una speranza di vita alla nascita di quasi 84 anni, a una di circa 82”. Sono drammatiche le stime fornite dall’Istat nel rapporto sugli scenari di mortalità che come prima firma tra i curatori ha proprio il presidente dell’Istituto, il demografo Gian Carlo Blangiardo. E tutto ciò nell’ipotesi “moderata”, intermedia tra lo scenario “ottimista” e “pessimista”.
Nelle zone di Bergamo e Cremona, le più colpite dal Covid-19, la speranza di vita alla nascita si ridurrebbe di oltre 5 anni nello scenario “pessimista” elaborato dall’Istat. E, secondo quanto riporta SkyTg24, a Bergamo la perdita, calcolando la vita che resta al compimento del 65 compleanno, raggiungerebbe addirittura i sei anni.
Secondo l’Istat, circa l’85% della crescita della mortalità, registrato nei mesi di marzo e aprile, “appare concentrato in alcune aree dell’Italia settentrionale, dove l’epidemia ha colpito con più veemenza”: si tratta di 37 Province del Nord, a cui va aggiunta quella di Pesaro Urbino. L’Istituto di statistica aggiunge che “nell’insieme di queste Province, i decessi per il complesso delle cause sono quasi raddoppiati nel mese di marzo 2020 (+94,1%; oltre 22 mila decessi in più rispetto alla media 2015-2019) e sono risultati superiori di circa due terzi nel successivo mese di aprile