Non bastano le ovvie difficoltà dovute al lungo lockdown, le piccole e medie imprese bresciane e lombarde dopo l’emergenza sanitaria devono tornare a fare i conti con un vecchio problema oggi purtroppo in aumento: i ritardi nei pagamenti.
A lanciare l’allarme è Confartigianato che ha cercato di rendere l’idea di quanto questa problematica sia oggi più che mai radicata attraverso un sondaggio a 550 imprese della nostra provincia. Il dato è chiaro: il 47,5% delle imprese bresciane ha riscontrato un aumento dei ritardi. Più di metà delle imprese sondaggiate, inoltre, afferma di aver avuto recenti problemi di puntualità nell’incassare quanto dovuto.
“In un momento come questo dobbiamo premiare le virtuosità e rigettare la mancanza di puntualità nei pagamenti – commenta il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti – Lo dobbiamo alla salute economica del paese e alla tenuta di tante piccole imprese che costituiscono l’ossatura di filiere che, una volta rotte, potrebbero non riuscire a ricomporsi”.
Il 10,6% degli intervistati riceve pagamenti dopo più di 120 giorni quando la soglia stabilita dalla legge è invece di 60 giorni. Solo il 42,5% delle aziende può però annoverarsi fra le realtà che ricevono quanto dovuto entro i termini. Nel 57,5% dei casi il limite viene infatti sforato.
In Italia i tempi di pagamento tra le imprese (BtoB) si attestano in media sui 56 giorni, più del doppio dei 27 del Regno Unito e dei 24 della Germania. Parlando di pubblica amministrazione il confronto è ancora più impietoso: 104 i giorni di attesa in Italia, a fronte dei 33 della Germania e dei 26 del Regno Unito.