Torna ad aumentare la carica virale nei tamponi nasofaringei, ovverosia il numero delle copie di materiale genetico del covid presenti in un millilitro di materiale biologico prelevato. Questo aspetto potrebbe non essere così trascurabile e significherebbe l’emergere di nuove infezioni.
Lo ha comunicato il virologo Francesco Broccolo, dell’Università Milano Bicocca e direttore del laboratorio Cerba di Milano, specificando che se la carica virale una ventina di giorni fa era inferiore a 10mila oggi per alcuni casi supera il milione.
Cosa significa tutto ciò? Secondo le dichiarazioni di Broccolo riportate da Ansa un soggetto con una carica virale così alta potrebbe essere un superdiffusore. “Le goccioline di saliva emesse con un colpo di tosse o con uno starnuto – ha detto il virologo – potrebbero contenere un numero elevato di particelle virali”.
Un altro campanello d’allarme sarebbe il drastico calo nell’età dei contagiati. Se nei primi mesi della pandemia il grosso dei positivi erano gli anziani, oggi secondo l’Oms l’età media si attesta fra i 20 e i 40 anni. Questa fascia d’età ora è il veicolo perfetto per il virus che spesso non manifesta nemmeno dei sintomi con evidenti problematiche specialmente per le persone più vulnerabili con cui vengono a contatto.