Era il 4 aprile quando al Civile di Brescia, ancora in piena emergenza Covid, l’allora Direttore Generale dell’Asst Spedali Civili, Marco Trivelli (ora a capo della sanità lombarda) e l’assessore regionale al welfare, Giulio Gallera presentavano il nuovo centro Covid di Brescia: non un ospedale temporaneo, non un ospedale “mobile” all’interno della Fiera, non nei prefabbricati nell’area esterna dell’Università a poche decine di metri dal Civile ma una vera e propria struttura in muratura, indipendente dal nosocomio ma all’interno dello stesso.
Era la palazzina identificata come “Scala 4”. Una scelta che, sebbene andasse un po’ in controtendenza con le indicazioni del Ministero della Salute per la sua collocazione, troppo vicina agli altri reparti ospedalieri,secondo le motivazioni della regione, proprio questa “vicinanza” poteva essere una garanzia per i pazienti.
La Regione aveva, quindi deciso. Ed eravamo al 4 aprile. l’inizio dei lavori era stato annunciato per il 10 aprile, o al massimo dopo Pasqua.
Poi calò il silenzio sul progetto. E alle nostre sollecitazioni erano giunte rassicurazioni sulle decisioni prese e sui tempi.
Il 20 agosto l’Asst Spedali Civili ha pubblicato la manifestazione di interesse, rivolta perlopiù a privati, per la ristrutturazione di Scala 4, 6 piani con la realizzazione dei 170 posti letto previsti.
Il bando scadrà il 3 settembre alle 12.00. Poi apertura delle offerte, assegnazione e inizio lavori. Non siamo un po’ in ritardo? Specie se il trend dei contagi dovesse continuare come in questi ultimi giorni?