Entra nel vivo la fase di definizione finale del cosiddetto decreto Sostegni, il sostituto dell’era Draghi ai ristori di epoca contiana. Venerdì è atteso il via libera del Consiglio dei Ministri e le varie ipotesi sulle misure contenute iniziano a delinearsi.

Il testo del decreto varrà complessivamente 32 miliardi in deficit e una buona parte, dovrebbero essere circa 12 miliardi, saranno destinati a quei professionisti e a quelle imprese che più hanno perso e sofferto a causa delle chiusure degli ultimi mesi (vedi ad esempio il settore della montagna). Una somma importante di circa 5 miliardi sarà poi convogliata alla campagna vaccinale su cui più volte il Premier ha promesso un cambio di passo.

Poco meno di 10 miliardi andranno invece alla famiglia, alle indennità per i lavoratori stagionali e sportivi, al rifinanziamento di misure come reddito di cittadinanza, reddito di emergenza e cassa integrazione.

Al di là di questi capitoli pesanti dal punto di vista dei fondi messi in campo, ci sono poi altre misure che in percentuale sono più ridotte e necessitano di limature da qui all’approvazione definitiva. Solo per fare qualche esempio i 2.5 milliardi per gli enti locali stanziati per un aiuto sul trasporto pubblico locale e per ripianare i mancati introiti della tassa di soggiorno, oltre alla cancellazione di 60 milioni di cartelle esattoriali fino a 5mila euro dal 2000 al 2015.

Il premier Draghi sembra intenzionato comunque a mettere in campo un nuovo decreto di aiuti per arrivare laddove quello attuale ha lasciato dei vuoti nel mese di aprile.

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