Domani scenderanno in piazza, o meglio nel piazzale della loro scuola, per chiedere nel pieno rispetto delle norme anti-contagio di poter tornare in aula. Sono un gruppo di steudentesse e studenti della scuola media Ugo Foscolo che dopo la decisione del Governo di far tornare in classe in presenza le scuole fino alla prima media vogliono a loro volta tornare fra i banchi.
“Ci stiamo perdendo gli anni più belli della nostra vita – dice Ida ai nostri microfoni – L’anno scorso quando avrei dovuto frequentare la prima media ero a casa in Dad, quest’anno sono in seconda e le prime posso tornare mentre io no”.
La didattica a distanza è proprio al centro delle recriminazioni di questi giovani che parlano di alienazione e di brutte abitudini come ad esempio “vivere in pigiama” o “svegliarsi cinque minuti prima della campanella”. Il tutto senza ovviamente considerare la mancanza quasi totale di interazione con i propri coetanei o le difficoltà dovute a mezzi informatici e connessione a internet.
“La nostra scuola ha speso dei soldi per adeguare le classi – ci racconta Marta – Però non ne è valsa la pena perché ora non stiamo più andando a scuola”.
Il dito di molti, in questi mesi, è stato puntato sui mezzi di trasporto pubblico come punto di maggior rischio per il contagio. I giovani studenti però, ci dicono di come l’utilizzo dei mezzi per quanto riguarda le media sia molto limitato essendoci scuole in diversi quartieri. In molti vengono portati dai genitori, o addirittura raggiungono gli istituti a piedi o in bicicletta.
“Abbiamo calcolato tutti gli spazi per tutte le regole sanitarie – ha detto Vittoria in merito alla protesta di domani – Saremo in totale sicurezza e sarà una protesta pacifica per chiedere di tornare a scuola e per ridarci i nostri diritti”.