A pochi giorni dal trentesimo anniversario della ratifica italiana della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, si è tenuto a Brescia e in altre città italiane un “flash smog” con le associazioni e le istituzioni che in tutta Italia in questi anni hanno monitorato il biossido di azoto (NO2) di fronte alle scuole delle loro città.
A Brescia l’iniziativa è stata promossa in collaborazione con il Comitato Genitori della scuola primaria Calini del centro storico che ha partecipato, in precedenza, all’edizione della campagna di monitoraggio dell’aria “NO NO2”. Stando ai promotori si tratta di una sostanza inquinante pericolosa “prodotta principalmente dal traffico veicolare, in particolare dei motori diesel”.
L’appuntamento è stato sabato mattina attorno alle 10.45 sulla scalinata di via della Consolazione che si trova all’inizio della salita che da piazzetta Tito Speri porta al Castello.
Il Tavolo Basta Veleni, insieme alle altre associazioni che hanno aderito in altre citta italiane coma Milano, Napoli, Bologna e Torino, hanno chiesto alle istutuzioni di rafforzare le misure per migliorare la qualità dell’aria con l’obiettivo di tutelare lo sviluppo e la salute dei bambini, in particolare per quanto concerne un trasporto pubblico più efficiente, la riduzione del traffico nelle aree in prossimità degli edifici scolastici, la mobilità dolce con percorsi pedonali protetti e piste ciclabili sicure.
“Il pesante inquinamento atmosferico presente nelle nostre città, così carico di veleni, rappresenta un serio pericolo, in particolare, per le figure più deboli: i bambini e gli anziani – ha detto Maurizio Bresciani – L’indebolimento costante che lo smog provoca alla nostra salute ha avuto un’ulteriore conferma nell’incidenza del Covid sulle persone fisicamente più fragili. Qualsiasi ulteriore dilazione dei provvedimenti necessari a salvaguardare l’aria che respiriamo è un atto di complice responsabilità contro la tutela dell’ambiente e la precarietà della nostra vita resa ancora più insicura”.