Undici salme, di cui solo una sarà tumulata a Roma nel complesso del Vittoriano. Iniziò così cento anni fa la storia del Milite Ignoto, quando Maria Bergamas fu scelta in rappresentanza di tutte le madri italiane che avevano perso un loro figlio durante la Prima guerra mondiale.
Bergamas, triestina, era madre di Antonio Bergamas, sottotenente del 138mo reggimento della brigata Barletta morto in combattimento senza che il suo corpo fosse mai ritrovato. Antonio aveva disertato l’Esercito austriaco ed era passato da volontario tra le fila italiane. Le salme di undici caduti furono portate, dunque, nella Basilica di Aquileia dove avvenne la scelta per mano della Bergamas che, secondo quanto si racconta, sarebbe arrivata sino alla decima prima di indicarla e scoppiare in un pianto dirompente, quasi riconoscendo il figlio deceduto nel conflitto.
La raccolta dei corpi avvenne sia nei cimiteri militari che scavando nei luoghi di battaglia in corrispondenza di croci o simboli che indicassero una probabile sepoltura. Una commissione apposita scelse undici salme che non dovevano mostrare alcun segno di riconoscimento, se non di essere appartenuti a militari italiani. Dopo la Prima guerra mondiale, infatti, molte nazioni volevano onorare il sacrificio dei propri caduti con le spoglie di un anonimo combattente. In Italia l’allora ministro della Guerra, Luigi Gasparotto, ordinò quindi di raccogliere le salme per ognuna delle zone del fronte: Rovereto, Dolomiti, Altipiani, Grappa, Montello, Basso Piave, Cadore, Gorizia, Basso Isonzo, San Michele, tratto da Castagnevizza al mare.
In occasione dell’apertura delle celebrazioni per il centenario della tumulazione del Milite Ignoto che termineranno il 4 Novembre, oggi proprio al Vittoriano, è intervenuta Grazia Riccio Bergamas, pronipote di Maria Bergamas, ricordando il “silenzio doloroso” che vigeva in famiglia rispetto a quanto accaduto 100 anni fa. Il padre era il nipote di Maria Bergamas, ed insieme alla madre “parlavano poco” della vicenda. “Penso che fosse un dolore così grande e devastante anche per mia nonna su cui stesero un silenzio pietoso”, ha aggiunto. “Erano donne determinate e autonome”, ha raccontato Grazia Riccio Bergamas in riferimento alla nonna e alla sua ava, evidenziando come la loro storia e quella del Milite Ignote rappresentino la necessità di riscoprire quella storia e quel senso di unità nazionale da parte soprattutto dei più giovani, “al di là dei colori politici”. Per questo, un percorso nelle scuole sarebbe utile a recuperare quelle che il ministro della Difesa non ha esitato a definire un “patrimonio condiviso” del Paese.
Per il centenario della tumulazione, un treno ripercorrerà le tappe del convoglio speciale a velocità ridotta che trasportò le spoglie del Milite Ignoto da Aquileia sino a Roma, dove il 4 novembre del 1921 ebbe luogo la tumulazione nel sacello dell’Altare della Patria. Si tratterà di un viaggio dal forte valore simbolico, visto che il treno si muoverà a passo d’uomo proprio come allora. Quattro giorni e 120 soste caratterizzeranno il percorso: lo stesso di cento anni fa durante il quale folle di cittadini resero onore alle spoglie del combattente accorrendo presso le principali stazione ferroviarie del tempo lungo il tracciato. L’epilogo di questo percorso ebbe luogo il 4 novembre del 1921 con una solenne cerimonia a cui prese parte oltre un milione di persone, provenienti da tutto il Paese, che videro avanzare il feretro lungo Via Nazionale a Roma sino al gran monumento in piazza Venezia. Per celebrare questo momento l’evento finale si terrà nello stesso giorno, il 4 novembre, presso l’Altare della Patria.
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