25 persone denunciate, centinaia di viaggi su autobus e metro fatti senza pagare nemmeno un biglietto. Questo è in breve il bilancio dell’operazione “Viaggio a sbafo” portata a termine in queste ore dalla Polizia Locale di Brescia dopo una lunga indagine che a visto coinvolti anche gli inquirenti del settore informatico della Procura.
Tutto è iniziato con la segnalazione di un’anomalia rilevata dal sistema dell’azienda di trasporti cittadina. Queste problematiche sospette sono state denunciate al Comando che quindi ha avviato le verifiche con numerosi appostamenti in borghese sui mezzi pubblici e 22 perquisizioni personali.
Le indagini hanno accertato che alcuni indagati, tramite particolari conoscenze e strumenti informatici adeguati, sfruttando una vulnerabilità del chip di alcune vecchie versioni di “Omnibus card”, sono riusciti a ricavare le chiavi di lettura e scrittura della memoria del supporto. Una volta ottenute le chiavi, queste sono state usate per leggere il contenuto delle carte, trasferendolo su altre tessere. La copia però ha generato disallineamenti tra i dati di vendita e quelli di utilizzo. Queste differenze hanno fatto scattare la luce rossa nei programmi di monitoraggio antifrode.
La pratica della clonazione delle tessere, inizialmente nata in un ambiente studentesco e riservata a pochissime persone (così come quasi irrilevante è stato il numero delle transazioni rispetto alle decine di milioni all’anno complessive) si è poi velocemente diffusa in altri strati della popolazione, anche tra i meno giovani e al di fuori dell’ambito sudentesco.
È stato accertato che questa pratica illegittima è avvenuta nel corso del 2019, si è ridotta nel 2020 per le limitazioni causate dalla pandemia ed è poi ripresa nel 2021, fino alla chiusura dell’indagine.