Non smette di far discutere la decisione della Corte di Assise di Brescia di effettuare un esperimento gettando un maiale in una fornace da fonderia per provare a far maggiore luce sulla scomparsa di Mario Bozzoli avvenuta ormai sette anni fa.
Oltre alla petizione lanciata sul web (ora le firme raccolte sono circa 5.000, 2.000 più di ieri) in queste ultime ore è scesa in campo anche la Lega Nazionale per i diritti del cane che ha annunciato a stretto giro di posta il deposito di un’istanza al Tribunale bresciano.
“A brevissimo presenteremo un’istanza alla Corte affinché revochi la propria decisione di ricorrere a questo terribile esperimento – ha dichiarato il Legale e Responsabile Diritti Animali Lndc Animal Protection Michele Pezone – Poco importa che il giudice abbia disposto che si tratti di un animale malato e dal ‘destino segnato’, rimane comunque una scelta eticamente molto discutibile e inaccettabile. La decisione della Corte d’Assise di Brescia rischia di mandare un messaggio totalmente sbagliato e di rappresentare un clamoroso passo indietro”.
L’esperimento prevede appunto di scegliere un maiale che abbia più o meno il peso di Bozzoli che verrà vestito con degli indumenti e quindi sarà calato nel forno di una fonderia. Questo per tentare di confermare o confutare la tesi secondo cui il corpo dell’imprenditore scomparso non sia mai stato trovato poiché consumato dalle alte tempoerature del forno.
“Capisco il bisogno di fare giustizia per il presunto omicidio di un uomo – ha chiosato la presidente della Lndc Piera Rosati – ma davvero non riesco a capire perché debba essere fatto sulla pelle di un animale che non ha nulla a che fare con questa drammatica vicenda. È a dir poco paradossale che per accertare la verità sull’uccisione di un essere vivente si debba ricorrere all’uccisione di un altro essere vivente, solo perché quest’ultimo è considerato di serie B e sacrificabile”.