Donare gli organi è un gesto d’amore che salva molte altre vite umane. A ricordarlo e a lanciare un appello alle famiglie sono i tecnici di Neurofisiopatologia di Brescia in occasione della giornata nazionale della donazione di organi che si celebra domenica 24 aprile.
“Purtroppo non tutti sono ben informati e non sono a conoscenza del fatto che la morte di un proprio caro, per quanto tragica e inconsolabile, possa salvare la vita di un altro paziente affetto da gravi patologie per le quali è indispensabile un trapianto di organi” ha spiegato Luisa Savio, presidente dell’Albo dei tecnici di Neurofisiopatologia di Brescia.
Esiste infatti una condizione definita morte cerebrale, nella quale l’encefalo perde irreversibilmente tutte le sue funzioni a causa di un danno devastante e irreparabile. Benché il paziente possa respirare grazie al supporto di un ventilatore meccanico e il suo cuore batta ancora, vengono a mancare tutte quelle condizioni che differenziano la vita dalla morte: coscienza, respiro spontaneo, riflessi del tronco encefalico e attività elettrica del cervello. In questi casi è possibile procedere all’espianto degli organi ancora vitali per trapiantarli nell’organismo di altri pazienti.
“Ed è quello il momento in cui i familiari – continua la Savio – possono compiere un gesto smisurato di amore concedendo l’autorizzazione a espiantare gli organi di un proprio caro per impiantarli in un altro organismo sofferente, sottraendolo alla morte. Un gesto che salva altre vite e rappresenta al tempo stesso un modo per far continuare a vivere il proprio caro venuto a mancare”.
La morte cerebrale è rigorosamente definita dal decreto del Ministro della Salute 11 aprile 2008, che aggiorna il D.M. 22 agosto 1994 n. 582, che stabilisce che dopo il riscontro dei criteri clinici venga effettuata una verifica legale.
“È in questo momento che entra in gioco la competenza del Tecnico di Neurofisiopatologia – aggiunge la presidente Savio – L’operatore registra un tracciato che documenti l’assenza di attività elettrica cerebrale. Questo elettroencefalogramma, che ha la durata di 30 minuti, viene effettuato all’inizio e alla fine del periodo di osservazione di circa 6 ore per gli adulti e 12 ore per i bambini. È un’attività che richiede grande esperienza e attenzione in quanto il segnale da registrare è 3 volte più piccolo di quello rilevato in condizioni di normalità ed è disturbato da tutte le apparecchiature necessarie a supportare le funzioni vitali del paziente”.
“Il Tecnico di Neurofisiopatologia in un momento così delicato mette in campo tutta la propria professionalità e dà inizio alla catena che apre il processo della donazione degli organi attraverso il quale la fine di una vita rappresenta speranza e salvezza per molte altre – commenta Luigi Peroni, presidente dell’Ordine delle Professioni Sanitarie TSRM-PSTRP – Per questo ci rivolgiamo alle famiglie affinché raccolgano sempre più numerose il nostro appello e chiediamo alle istituzioni di lavorare per informare e sensibilizzare sempre meglio i cittadini verso una gesto che è una scelta di amore e civiltà”.
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