Sono tre anni ormai che permane il divieto di ripopolamento del coregone lavarello nel Garda, perché viene considerato dagli enti preposti pericoloso per le altre specie autoctone. Una decisione che, fanno sapere da Confesercenti della Lombardia Orientale, oltre a causare danni per l’economia locale e nazionale, mette a repentaglio l’ecosistema.

L’associazione di categoria spiega che il coregone rappresenta l’80% del pescato complessivo del Garda: è praticamente parte fondamentale della cultura enogastronomica del Garda e rappresenta il principale mezzo di sostentamento dei pescatori lacustri.

“Privare la nostra offerta di un prodotto così caratteristico come il coregone – afferma Emilio Zanola, presidente Fiepet della Lombardia Orientale – è veramente un peccato. Sarebbe fondamentale lavorare per valorizzare questi aspetti, piuttosto che impoverire l’offerta: questo i turisti ci chiedono e questo dobbiamo dare loro: che senso ha andare a prendere altrove quello che possiamo trovare nel nostro lago?”.

“Auspichiamo l’immediato ripristino dell’immissione annuale delle uova di coregone – prosegue Andrea Maggioni, referente di Confesercenti per l’area del Garda -Il tutto attuato con rigore scientifico, salvaguardando al contempo l’ecosistema gardesano, l’economia dei pescatori professionisti ed il patrimonio enogastronomico”.

“Regione Lombardia continua a lavorare per cercare di sbloccare la questione del divieto di immissioni del coregone nel lago di Garda, come del resto abbiamo fatto con successo per i laghi di Como e Iseo, che dal 2021 vivevano la stessa situazione e che un mese fa hanno ottenuto un sospirato via libera – ricorda Alessandro Beduschi, assessore regionale all’agricoltura – La Regione in accordo con Veneto e Trentino-Alto Adige, ha intenzione di fare tutto il possibile per approfondire la problematica e per cercare una soluzione che garantisca la salvaguardia del carpione, senza mettere a rischio il pescato di coregoni che, anche nel Garda, è la specie su cui si basa la sopravvivenza del settore della pesca”.