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L’inverno meteorologico si è concluso il 28 febbraio scorso e come ci si aspettava è stato mediamente più caldo del normale, anche in modo considerevole. Secondo infatti i dati ISAC-CNR a livello nazionale così come diffusi da 3B Meteo, considerando il trimestre dicembre-gennaio-febbraio la temperatura complessiva è risultata di 1.21°C sopra la media trentennale 1991-2020.

L’inverno 2022-2023 si piazza così al quinto posto tra i più caldi dal 1800 ad oggi. Al primo posto resta l’inverno 2006-2007 con un’anomalia di 1.76°C.

Entrando più nel dettaglio a macroarea, l’anomalia maggiore riguarda il nord con uno scarto rispetto alla media che sale a 1.38°C (piazzandosi così al quarto posto tra i più caldi per quanto riguarda le regioni settentrionali); al centro e al sud l’anomalia risulta rispettivamente di 1.09°C e 1.10°C.

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Per quanto riguarda le precipitazioni, se al nord sono state ancora una volta purtroppo assai risicate, la stessa cosa non si può dire per diverse aree del centrosud dove a tratti è piovuto anche in modo significativo. Questo fatto, per quanto possa sembrare apparentemente paradossale, in realtà è consistente con il posizionamento anomalo e perseverante dell’alta pressione sul centro-ovest Europa, che ha favorito così la reiterata formazione di depressioni tra nord Africa e basso Mediterraneo (per il sud) e precipitazioni da stau sul versante adriatico (per frequente richiamo di correnti nord orientali).

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