Parlamento Ue e Stati membri hanno raggiunto un accordo sulla direttiva sul salario minimo, proposta dalla Commissione europea nell’ottobre 2020. La direttiva stabilisce un quadro per l’adeguatezza dei salari minimi legali, cercando di stimolare la contrattazione collettiva per la definizione dei salari e migliorare l’accesso effettivo dei lavoratori alla protezione degli stipendi in Europa. La direttiva non impone agli Stati membri di introdurre salari minimi legali, né stabilisce in realtà un livello salariale minimo comune in tutta Europa.
“L’Unione ha mantenuto la sua promessa. Le nuove norme sui salari minimi proteggeranno la dignità del lavoro e faranno in modo che il lavoro paghi. Tutto ciò avverrà nel pieno rispetto delle tradizioni nazionali e dell’autonomia delle parti sociali”, ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
In the Political Guidelines, we promised a law to ensure fair minimum wages in the EU.
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) June 7, 2022
With today’s political agreement about our proposal on adequate minimum wages, we deliver.
The new rules will protect the dignity of work and make sure that work pays. pic.twitter.com/vx1kRDfIYL
Secondo la direttiva, gli Stati membri che prevedono salari minimi legali dovranno mettere in atto un solido quadro di governance per la definizione e l’aggiornamento del reddito minimo. Questo include criteri chiari per la definizione dei salari minimi (tra cui la valutazione del potere d’acquisto in relazione al costo della vita, il livello, la distribuzione e il tasso di crescita dei salari e la produttività nazionale), l’uso di valori di riferimento indicativi per valutare l’adeguatezza dei salari minimi, aggiornamenti regolari e tempestivi degli stipendi o l’istituzione di organi consultivi, ai quali le parti sociali potranno partecipare.
Inoltre, la direttiva mira a promuovere e facilitare la contrattazione collettiva sui salari, considerata un elemento importante per avere una minore percentuale di lavoratori a basso salario, minore disuguaglianza salariale e stipendi più alti. Agli Stati membri in cui la copertura della contrattazione collettiva è inferiore all’80 per cento, viene infatti chiesto di stabilire un piano d’azione per promuovere la contrattazione collettiva. I Paesi europei dovranno infine raccogliere dati sulla copertura e sull’adeguatezza del salario minimo e garantire che i lavoratori possano accedere alla risoluzione delle controversie e avere diritto a un risarcimento.
L’approvazione della direttiva sul Salario minimo da parte del Parlamento europeo non imporrà una legge sul salario minimo all’Italia ha detto però Nicolas Schmit, commissario europeo per l’Occupazione e i diritti sociali, durante la conferenza stampa di presentazione dell’accordo sul salario minimo tenutasi a Strasburgo.
“Noi non imponiamo il salario minimo all’Italia, voglio essere chiaro su questo”, ha dichiarato. “In questo momento in Italia c’è ampio dibattito sul rafforzamento del sistema delle contrattazioni collettive. Dall’altro lato si sta discutendo sul fatto che sia sia arrivato il momento dell’introduzione del salario minimo”, ha proseguito. “Sono molto fiducioso che le parti sociali e Governo italiano arriveranno a un buon accordo, per rafforzare le contrattazioni collettive e tutelare tutte le parti in causa, per poi magari giungere alla conclusione che potrebbe essere importante introdurre il sistema del salario minimo, ma spetta al Governo farlo”, ha concluso.