In provincia di Brescia, su 8.572 strutture registrate, 7.291 hanno ottenuto il CIN (Codice Identificativo Nazionale). Questo significa una percentuale pari all’85,06%. Questo pone il nostro territorio poco al di sopra della media nazionale che sfiora l’80%, con picchi fra il 93 e il 94% a Matera e Bolzano, e minimi fra il 54 e il 55% a Terni e Trieste.

“Il Codice Identificativo Nazionale è uno strumento essenziale per combattere l’illegalità e il sommerso nel settore turistico”, hanno fatto sapere da Federalberghi. La legge di bilancio 2025 ne rafforza l’importanza, prevedendone l’obbligo nelle dichiarazioni fiscali e nei documenti delle transazioni comunicate dai portali online. Chi non si adegua, sia strutture ricettive che appartamenti registrati nella banca dati nazionale, rischia sanzioni da 500 a 8mila euro.

“Invitiamo i ritardatari ad affrettarsi per mettersi in regola – ha aggiunto il presidente bresciano dell’associazione Alessandro Fantini – Confidiamo che il periodo di rodaggio sia ispirato a principi di ragionevolezza, tutelando chi dimostra di aver avviato il processo per l’ottenimento del CIN”.