
Brescia, fra le prime città d’Italia, si sta dotando di un Piano del Verde e della Biodiversità (PVB), uno strumento in grado di orientare le scelte dei prossimi anni nella gestione del verde pubblico e che contribuisca ad affrontare la transizione climatica.
Il Piano ha come finalità quelle di contribuire a migliorare l’ambiente e la qualità della vita dei cittadini, ad implementare la biodiversità urbana e le capacità di riproduzione degli ecosistemi in quanto risorse essenziali per la vita.
In particolare, attraverso il PVB s’intende:
- individuare le strategie per la diffusione di infrastrutture verdi su tutto il territorio comunale per contrastare le vulnerabilità climatiche, potenziando e implementando le reti ecologiche e di interconnessione con le aree verdi periurbane;
- procedere alla valutazione dei servizi ecosistemici generati dall’infrastruttura verde e allo sviluppo di strategie e strumenti di pianificazione per massimizzare gli stessi;
- individuare le strategie per rafforzare la biodiversità urbana;
Il contesto
Attualmente circa il 75% della popolazione europea vive in aree urbane e tale percentuale è destinata a crescere in futuro: si stima che oltre l’80% della popolazione europea vivrà in aree urbane entro il 2050. Gli abitanti delle città sono esposti a numerosi rischi per la salute, tra i quali quelli rappresentati dall’inquinamento atmosferico, dalle notti tropicali indotte dall’isola di calore, dallo stress che agisce su ansia a aggressività, ecc. Dunque, il risanamento del pianeta, se possibile, dovrà passare dal risanamento delle città.
Brescia non si sottrae alle criticità della città contemporanea e ad alcune che la contraddistinguono, quali le ferite tutt’ora presenti del sistema industriale locale e sovralocale. Ecco che, in questo quadro generale, si pone il tema di un “Sistema del verde urbano” capace di rispondere a una serie di esigenze ecologiche, sociali, culturali che non possono essere soddisfatte se non da uno strumento complessivo e completo: un Piano in grado di costruire scenari integrati di paesaggi vegetali, adatti a risolvere le specifiche criticità del territorio bresciano.
A partire dall’esigenza di agire attivamente sulla sostenibilità della città, si propone quindi di lavorare in modo approfondito e preciso sull’Infrastruttura Verde e Blu (IVB) della città, operando sul miglioramento del microclima, sulla gestione sostenibile delle acque meteoriche, sulla capacità della città di offrire un sistema di spazi pubblici sicuri e attrattivi, e sulla capacità dei paesaggi rurali di porsi come parte integrante di una città contemporanea, attraverso la molteplicità dei servizi possibili.
La biodiversità è cruciale per la sostenibilità urbana, e svolge un ruolo fondamentale in questo contesto, determinando paesaggi e contribuendo alla rigenerazione delle risorse naturali. Il Piano si propone di integrare la biodiversità nel contesto urbano attraverso l’aumento delle aree verdi, la messa a dimora di alberi, la manutenzione del verde esistente con attenzione alla sua stabilità e la promozione di specie autoctone. Questo contribuisce alla creazione di ecosistemi urbani sani e resilienti, essenziali per affrontare le sfide ambientali moderne.
Quali sono le principali criticità di Brescia? Due sono risultate le principali vulnerabilità strutturali che amplificano i processi emissivi e di riscaldamento della città, oltre ad altri processi meno critici:
La frammentazione e l’iperstrutturazione del territorio, in quanto generano barriere, irrigidiscono il sistema penalizzandone la possibilità di modificarsi autonomamente, limitano le possibilità di relazioni tra elementi diversi, condizionano i comportamenti umani incidendo sia sugli aspetti culturali che fisici.
La monofunzionalità degli elementi che costituiscono il sistema del paesaggio urbano, in quanto riduce la complessità funzionale e le strategie di reazione e sopravvivenza dei sistemi, aumentandone progressivamente la richiesta energetica.
Brescia è risultata fragile in alcuni particolari aspetti:
- inquinamento dell’aria;
- isola di calore;
- rischio idrogeologico e idraulico;
Il piano strategico: le tre città
La salute per la città sta nella salubrità delle componenti ambientali (aria, acqua, suoli, ecosistemi) e del suo paesaggio (inteso come il risultato complessivo dell’interazione tra componenti ambientali e socio-culturali). La città vitale sa anche dialogare in modo equilibrato con il rischio (idrogeologico, pandemico, climatico, alimentare per quanto possibile), perché nasce mettendo in gioco, da subito, strategie non di contrasto, ma di adattamento comprendenti azioni preventive e di coinvolgimento dei cittadini.
Da questa visione, esce l’idea di Brescia del futuro, rappresentativa di 3 città: la città sana, la città sorgente, la città per le persone. Da quest’idea nascono alcune sfide che il Piano del Verde e della Biodiversità ha accolto, cercando risposte realizzabili nel modello di città che il Piano intende perseguire e che può essere riassunto dai concetti che nutrono le tre città.
La “città sana” è il prerequisito di una popolazione sana. L’approccio derivato considera tutto il sistema urbano e periurbano, le relazioni e sinergie tra città e contesto e tra le varie parti della città, con la finalità di migliorare il “metabolismo urbano”, ridurre le vulnerabilità territoriali, ossia i rischi, predisporre una rete di spazi aperti funzionali per il miglioramento del benessere fisico e psichico dei cittadini.
Attraverso l’infrastruttura verde e blu, Brescia tende a migliorare i cicli introducendo le possibilità che la città possa produrre, anche solo in minima parte, le risorse che le servono per svilupparsi: offre spazi aperti pensati per ridurre sprechi e consumi, produce nuove risorse: acqua pulita, energia, prodotti dell’agricoltura e dei boschi di prossimità espressamente coltivati per la città, ma anche cultura attraverso il processo di coinvolgimento di associazioni e cittadini e lo sviluppo di spazi aperti e costruiti destinati all’istruzione e didattica.
La “città sorgente”: Brescia è città d’acqua. La città sorgente è un cardine della città sana perché l’acqua, punto di partenza della fondazione della città e risorsa imprescindibile per il suo sviluppo, oggi divenuta un problema, nel Piano torna ad essere risorsa fondante della strategia di risanamento della città. Non più un residuo da nascondere, ma al centro delle politiche del Piano integrata all’infrastruttura verde e, anche, a quelle grigie. La città sorgente immagina un nuovo modello di città, che oltre a essere “spugna”, ossia dotata di spazi urbani capaci di assorbire, filtrare e gestire l’acqua di pioggia in modo naturale, rilasciando l’acqua alla terra e agli ecosistemi urbani, diviene il luogo di produzione dell’acqua. Per esempio, le acque di pioggia raccolte dalle coperture e dalle strade potrebbero irrigare il verde urbano, contribuendo, tra l’altro, a migliorare la capacità dei suoli urbani a trattenere carbonio.
La “città per le persone”: nelle città diminuisce sempre di più lo spazio per le persone a fronte della densificazione ricercata dallo sviluppo immobiliare. Si tratta dunque di trovare il giusto equilibrio tra densificazione e vivibilità, mantenendo le comunità al centro degli obiettivi dei Piani, con l’approccio trasversale che contraddistingue il Piano. Una città umana che, grazie al sistema della mobilità sostenibile e alla possibilità di muoversi in sicurezza, poco per volta riduce la dipendenza veicolare, permette il recupero dell’attività fisica per il benessere psico-fisico, grazie alla disponibilità di una rete di parchi facilmente raggiungibili e fruibili, con effetti positivi sulla bellezza della città.
Progetti speciali
Il Piano del verde e della Biodiversità contempla tre progetti speciali: si tratta dei progetti emblematici, scelti per efficacia potenziale nei confronti degli obiettivi, ma anche perché sono evocativi della storia e delle criticità di cui la città è consapevole. Per ognuno dei progetti è stata realizzata una scheda che riporta una breve descrizione dei punti salienti da risolvere e gli orientamenti possibili di progetto.
Si tratta di:
- Sin Caffaro;
- Fiume Mella;
- Parco del Castello;
Trekking urbano
Il Piano del Verde e della Biodiversità si pone l’obiettivo di promuovere l’attività di camminare tra i parchi e i giardini pubblici comunali, creando percorsi che possano stimolare un nuovo approccio rispetto al classico escursionismo in ambiente e che si integri col trekking urbano inteso come concatenamento di siti di valore storico e monumentale. Il PVB propone 16 percorsi che cercano di toccare la maggior parte di aree verdi pubbliche, creando itinerari che possono essere anche di notevole valore.
I percorsi individuati preliminarmente potranno essere oggetto di progettazione esecutiva che metta anche in evidenza le criticità (tratti con assenza di marciapiedi, punti con mancanza di strisce pedonali ecc.) e dia indicazioni per risolverle. La lunghezza complessiva di questa rete di percorsi è di oltre 110 chilometri.
Nell’individuazione dei percorsi si è cercato di concatenare il maggior numero possibile di parchi e giardini comunali, e di utilizzare quali collegamenti tra essi le vie di migliore qualità sempre rispetto al parametro del verde urbano (viali alberati, strade costeggiate da aiole ecc.). Non sempre il risultato è stato ottimale ai fini della gradevolezza del percorso, ma eventuali aggiustamenti potranno essere fatti a riscontro dell’avvio della frequentazione, e/o sulla base di suggerimenti dei Consigli di Quartiere, attraverso un processo di partecipazione che stimoli dal basso il miglioramento qualitativo.