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Al via “Giornata di raccolta del farmaco”, durerà fino al 14 febbraio

Durerà fino al 14 febbraio prossimo la “Giornata di raccolta del Farmaco” che anche quest’anno da un’unica giornata si è trasformata in un’intera settimana. 

Sono un’ottantina le farmacie bresciane che hanno aderito all’iniziativa, 4.900  in Italia. 

I farmacisti farmacisti chiederanno ai cittadini di donare uno o più medicinali da banco per le persone in difficoltà. I farmaci raccolti (circa 10 mila tra Brescia e provincia) saranno consegnati a 38 realtà assistenziali bresciane che si prendono cura delle persone indigenti ma anche anziani, disabili, senzatetto offrendo loro, gratuitamente, cure e medicinali.

Nonostante la pandemia e la difficile situazione ancora in corso, le farmacie bresciane hanno risposto alla chiamata del Banco farmaceutico e ospiteranno, dove possibile, i volontari delle varie associazioni che racconteranno le loro realtà. 

I destinatari dei farmaci sono enti che offrono cure e medicine gratuite a chi non può permettersele per ragioni economiche: la povertà sanitaria è un problema che si sta acuendo, con circa mezzo milione di persone che hanno bisogno di medicine, ma non possono acquistarle.

I farmaci che potranno essere acquistati e donati sono quelli senza obbligo di prescrizione, in particolare antinfluenzali, antinfiammatori e antipiretici. 

“Nonostante tutto quanto sta accadendo – spiega Francesco Paracini, responsabile del Banco farmaceutico Brescia – non abbiamo avuto esitazioni nel proporre anche quest’anno la Giornata di raccolta del farmaco. Perché il bisogno è sempre più pressante. In aggiunta va detto che tante realtà assistenziali stanno risentendo della crisi e hanno ancora più urgenza di tutto il nostro sostegno”. 

A sottolineare il bisogno è anche Clara Mottinelli, presidente di Federfarma Brescia: “La raccolta del farmaco si terrà anche per la pandemia, che ha rimarcato le differenze e reso chi era già povero ancora più marginale. In farmacia viviamo a quotidiano contatto con queste situazioni di difficoltà e non potevamo non fare qualcosa, non provare ad aiutare le associazioni di volontariato che ci sono vicine”. 

Foto: archivio

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