La finale più amara degli ultimi anni. La sconfitta che più brucia per come è arrivata e per come si poteva evitare. L’AN Brescia perde la partita scudetto 11-10 contro una Pro Recco che ha giocato a fiammate senza dare una prova di forza assoluta come negli scorsi anni, o più recentemente in finale di Coppa Italia a Bari.
E’ la sconfitta dei rimpianti di un’AN Brescia che ha giocato una partita di sacrificio, ma condita da troppi errori al tiro. Il primo quarto la partita vive di botta e risposta. I primi ad andare in vantaggio sono i liguri su gentile concessione della difesa dell’AN che regala a Ivovic un gol in ripartenza facile facile. Dopo la risposta di Christian Presciutti, il match si accende e colpo su colpo il Recco ha la meglio chiudendo il parziale in vantaggio sul 4-3. Perfetta la prestazione in superiorità numerica dell’AN Brescia nel primo quarto che fa registrare un 4/5, statistica che cala clamorosamente con il passare della partita.
Anche nel secondo quarto, l’AN Brescia regge il confronto alla grande, iniziando non al meglio il parziale, ma crescendo nel finale consentendo agli uomini di Bovo di chiudere sul cambio vasca con un solo gol di svantaggio. All’inizio del terzo periodo è monologo Pro Recco. Tre gol in quattro minuti sembrano spegnere le speranze di Brescia, ma Presciutti e compagni hanno cuore da vendere e dopo aver bucato due volte Bijac si buttano nel quarto ed ultimo periodo con il coltello tra i denti.
Nel parziale finale succede di tutto. L’AN Brescia è sotto 10-7, ma il gol lampo di Rizzo riaccende i tanti tifosi bresciani sugli spalti. Di Fulvio tre minuti dopo rispedisce Brescia sul meno tre con un pallone forte e preciso nell’angolino. Quando tutto ormai sembrava deciso, ecco che Gallo e Christian Presciutti trovano i gol del meno uno. Mancano 40” alla fine. Uomo in più Pro Recco neutralizzato da un sontuoso Marco Del Lungo. Palla dall’altro lato, AN Brescia che conquista la superiorità numerica. Rete di passaggi per disorientare la difesa e recchelina e tiro di Figlioli che si stampa sul palo. Un suono sordo che respinge il pallone e i sogni di Brescia.