Sette processi con rito abbreviato e sei patteggiamenti. Questo l’epilogo dell’udienza preliminare che si è tenuta nella giornata di martedì al Palagiustizia di Brescia sulle presunte illegalità commesse nel comune di Malonno in materia di turbativa d’asta. Una vicenda balzata agli onori delle cronache un anno fa dopo le dimissioni e l’arresto dell’allora primo cittadino.
Nel procedimento figurano tre gare d’appalto per opere pubbliche del valore complessivo di un milione di euro destinati alla costruzione di nuovi marciapiedi, posa di illuminazione pubblica e lavori alla biblioteca del paese camuno. Le indagini avrebbero evidenziato è un sistema di cordate nelle procedure d’appalto finite sotto la lente degli inquirenti sfociate poi in cronache giudiziarie.
Non solo carte ma anche intercettazioni telefoniche sarebbero finite agli atti smascherando un possibile complotto. La pena più alta, cinque anni, è stata chiesta per l’ex sindaco Stefano Gelmi ed altri due imputati accusati anche di corruzione. Quella più bassa, un anno e quattro mesi, è arrivata per coloro che hanno chiesto il rito abbreviato con uno sconto di un terzo della pena.
Altri sei imputati hanno invece chiesto di patteggiare: in questo caso le pene vanno da otto mesi a due anni e otto mesi. Il prossimo 18 dicembre attesa per la sentenza del giudice.