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Le armi nascoste nella pizzeria “Tre Monelli” servivano per difendere Garofalo da un gruppo calabrese per la gestione di un night a Castiglione delle Stiviere.  A riferirlo direttamente dalla cella è Angelo Scaroni, imprenditore di Montichiari finito dietro le sbarre per truffa allo Stato.

Scaroni avrebbe intercettato questa conversazione che è immediatamente finita sotto indagine. Nel settembre scorso, le immagini di videosorveglianza avevano immortalato gli attimi in cui il “gruppo” dei Tre Monelli portava due pistole a tamburo e due fucili a canne mozze all’interno del locale.

Il gruppo era composto da Massimo Sorrentino, accusato di detenzione di armi clandestine insieme alla moglie Antonietta Pinto, Giacomo Ferro, Antonio Garofalo e Antonio Alvaro. Quest’ultimo in passato era vicino a una cosca di ‘ndrangheta in provincia di Reggio Calabria. Per quanto riguarda la detenzione di armi, gli imputati dovranno rispondere nel processo del 24 maggio.

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Quattro giorni più tardi, prenderà il via un nuovo processo Sorrentino, Ferro, Pinto, Garofalo e altri 20 imputati. Oltre alle accuse di detenzione di armi dovranno rispondere a vario titolo di estorsione, violenza sessuale, ricettazione, incendio di auto, corruzione e traffico di cocaina.

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