Aumento della tassa di soggiorno? No, grazie. Sono stati chiarissimi gli albergatori bresciani, dopo che è emersa la volontà all’interno del Governo di modificare le norme in merito all’imposta rendendola possibile in tutti i Comuni (oggi la possono applicare solo i capoluoghi di provincia, le unioni di comuni e i comuni turistici) e aumendandone l’importo.
“L’obiettivo comune dev’essere quello di sostenerne la crescita, non di frenarla – ha detto il presidente di Federalberghi Brescia Alessandro Fantini – Non sono certo i nostri ospiti che causano l’overtourism. Ma con questo paventato aumento rischiano di essere i più penalizzati”.
Infatti ponendo ad esempio una camera venduta a 100 euro a notte in un hotel a tre stelle, si pagherebbero fino a 10 euro in più. Praticamente come se l’Iva venisse raddoppiata.
Federalberghi ribadisce infine la proposta di finanziare le funzioni svolte dagli enti locali in campo turistico con modalità diverse dall’imposta di soggiorno. Ad esempio, in luogo di una tassa pagata solo dagli ospiti delle strutture ricettive, si dovrebbe istituire una city tax o attivare una compartecipazione degli enti locali al gettito IVA di tutte le attività produttive che traggono beneficio dall’economia turistica.