I fatti risalgono al marzo scorso, l’inizio del periodo più duro della pandemia, l’inizio del lockdown e quando in Lombardia perdevano la vita centinaia di persone ogni giorno. In quei giorni un medico di pronto soccorso di un ospedale pubblico della provincia bresciana avrebbe volontariamente indotto la morte di due pazienti covid positivi iniettando farmaci a effetto anestetico e bloccante neuromuscolare. Stando a quanto riportato da alcune testate giornalistiche si tratterebbe del primario di Pronto soccorso dell’ospedale di Montichiari.
Per lui l’accusa di omicidio dopo le indagini del Carabinieri del Nas attraverso anche l’esumazione di alcune salme per effettuare esami autoptici. A insospettire il repetino e quasi inspiegabile peggioramento delle condizioni di salute di alcuni pazienti.
Nei tessuti di uno dei pazienti sottoposti ad autopsia è emersa la presenza di questo farmaco anestetico normalmente utilizzato nelle procedure di sedazione e intubazione. Se utilizzato in altre occasione e con dosaggi diversi però, questo può portare alla morte.
A ciò bisogna anche aggiungere che nelle cartelle cliniche non risultava la somministrazione del farmaco, regolarmente presente invece in quelle dei pazienti intubati.
Il Gip di Brescia ha quindi deciso di procedere con la disposizione agli arresti domiciliari per l’indagato per scongiurare il pericolo di reiterazione dei reati e di inquinamento probatorio.