Riaprono le scuole, con il timore di dover tornare alla didattica a distanza per il dilagare dei contagi. Secondo il ministro dell’Istruzione, Bianchi, è possibile che oggi manchi il personale ma, assicura, “gli istituti sono un posto sicuro”.
La scelta di riportare gli studenti in classe, aggiunge il ministro dell’Istruzione, è motivata dal fatto che un “prolungato e generalizzato uso di una didattica a distanza provoca problemi alla vita della comunità”, ecco perché il governo ha deciso di far tornare oggi i ragazzi in classe.
“Abbiamo reagito con un disposto del 5 gennaio che è sufficientemente flessibile – ha spiegato Bianchi – visto che da una parte stabilisce il principio del ‘tutti a scuola’, ma dall’altra parte mette in evidenza, laddove ci siano dei problemi, la possibilità di ricorrere alla distanza che dove viene usata con capacità e attenzione è in grado di surrogare la presenza”.
Il parere dei presidi
“Di questo passo si rischiano di passare in didattica a distanza 200.000 classi entro 7 giorni”, afferma il presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp), Antonello Giannelli, a Rainews24. “Sarebbe stato preferibile rinviare l’apertura delle scuole di 2-3 settimane per raggiungere determinati obiettivi di sicurezza e così non chiudere più. In questo momento abbiamo riaperto, la pandemia sta andando avanti, il numero di alunni positivi è in crescita. E’ irrealistico pensare che col fondo da 350 milioni si potessero installare anche impianti di areazione in più di 8.000 scuole. In Italia c’è legge che stabilisce chi fa impianti e sono gli enti locali, non i presidi”.
Stasera
Intanto è prevista per le 18 di oggi una conferenza stampa per illustrare le ultime misure adottate dal governo per contrastare la diffusione del Covid-19. E’ quanto farà il presidente del Consiglio, Mario Draghi, in merito al decreto approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei ministri che prevede, tra le altre cose, l’estensione del super green pass e, di conseguenza, dell’obbligo vaccinale per gli over 50.
Ad accompagnare il premier ci saranno il ministro della Salute, Roberto Speranza, e quello dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, insieme al coordinatore del Comitato tecnico-scientifico (Cts), Franco Locatelli.
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