Sono molte le soddisfazioni raccolte da Confartigianato Brescia in questo 2024, ma altrettante sono le preoccupazioni per un momento caratterizzato dalle incertezze e soprattutto da una crisi tedesca che si fa sentire pesantemente sul sistema bresciano. Questo potrebbe essere l’estremo sunto del bilancio di fine anno dell’associazione di categoria guidata da Eugenio Massetti.
Iniziando dai traguardi raggiunti c’è la sostanziale stabilità dei tesserati (obiettivo non certo scontato in questo periodo storico), ampia rappresentatività sul territorio, la chiusura positiva di Librixia con un volume dedicato alle fiere del libro a Brescia, un secondo tomo sulla Ciclovia fra Brescia e Bergamo che chiude il cerchio attorno alla Capitale 2023. Fra le buone notizie anche l’ingresso della Cooperativa artigiana di garanzia in Condifi sistema con Confindustria, la conferma dello stesso Massetti come Vice presidente vicario nazionale e la nomina alla presidenza di Visit Brescia.
Dall’altro lato pesano però le preoccupazione ormai classiche di questi ultimi tempi a partire dalla crisi tedesca. In una provincia che tanto si fonda sull’export, e quello verso la Germania è il primo, diventa inevitabile il contraccolpo. Nel primo semestre del 2024 l’export bresciano verso la Germania di prodotti manifatturieri cede del 15,3% a fronte di un calo medio nazionale del 6,7%. Tra le principali province – con almeno l’1% del totale export manifatturiero verso questo paese – Brescia segna la seconda peggiore performance dopo Torino (-22,2%).
C’è poi il costo del denaro, con tassi definiti “vergognosamente alti”. Una stima su scala territoriale, che considera l’aumento di 351 punti base del costo del credito alle imprese lombarde nel corso della stretta monetaria tra giugno 2022 e giugno 2024, indica che nel biennio 2023-2024 il totale delle imprese della provincia di Brescia ha sostenuto maggiori oneri finanziari per 1.429 milioni di euro.