Giacomo Bozzoli da ieri sera è nel carcere di Bollate dopo una notte trascorsa a Canton Mombello, sorvegliato a vista per il timore di atti autolesionistici.
Dal momento dell’arresto, nella sua villa di Soiano, ripete di essere innocente e a sostegno della sua innocenza ci sarebbe un testimone austriaco pronto a confermarlo. E di questo avrebbe scritto al Procuratore Capo e al Procuratore Generale.
Bozzoli, riferiscono chi l’ha visto, sarebbe un uomo “che non si sarebbe ancora reso conto della sua situazione e della carcerazione”. Da qui la decisione, di concerto, della Procura di Brescia e della Direzione del carcere di Canton Mombello di trasferirlo in una struttura più consona alla sua situazione.
Oltre a professarsi innocente, il 40enne condannato per l’omicidio dello zio Mario ha chiesto di poter vedere il figlio. E proprio la volontà di stare in contatto con il figlio sarebbe stata la motivazione del suo rientro in Italia e a Brescia dopo i giorni di latitanza tra Francia e Spagna.
Bozzoli verrà sentito dagli inquirenti nei prossimi giorni
L’INCONTRO CON I SUOI AVVOCATI
Per la prima volta da quando è stato arrestato Giacomo Bozzoli ha incontrato questa mattina nel carcere di Bollate i suoi avvocati Luigi e Giovanni Frattini.
I due legali hanno lasciato il carcere dopo due ore e mezzo senza rilasciare dichiarazioni