Dare concretamente più spazio alle necessità dei giovanissimi, creare percorsi artistici ad hoc per i bambini e istituire un servizio di tate condivise tra famiglie. Sono questi i progetti che Azione propone per rendere Brescia ancor più ospitante per i piccolissimi.
Secondo Azione, il lavoro portato avanti dalla giunta Del Bono sulla fascia di popolazione tra 0-3 anni ha portato al 41% per sviluppo e frequenza degli asili nido, a fronte del 28% a livello nazionale. Una conquista ritenuta fondamentale per garantire un ottimo servizio all’infanzia della nostra città.
Azione, rappresentata da Caterina Avanza (membro della Segreteria provinciale e della Direzione nazionale del partito di Carlo Calenda) e Luca Pomarici (membro del Direttivo provinciale di Brescia in Azione) hanno studiato proposte che facciano di Brescia una città ancor più adatta ai bambini. I due portano diversi esempi di città europee che hanno adottato percorsi simili, ma anche in Italia vi sono alcuni casi, come Fano.
Innanzitutto, Azione propone di rafforzare il ruolo del Consiglio Comunale dei Ragazzi che a Brescia esiste dal 2009, coinvolgendolo maggiormente nelle decisioni che vedono i bambini e i ragazzi protagonisti, facendo in modo che siano sistematicamente invitati dai Consigli di Quartiere e dal Consiglio Comunale quando vengono discusse misure di cui sono i principali beneficiari.
“I parchi giochi sono disegnati e costruiti da adulti per i bambini e infatti sono tutti uguali, con gli stessi giochi e lo stesso spirito. Ci siamo mai chiesti cosa pensino i bambini e i ragazzi degli spazi che gli sono dedicati? Perché non disegnare insieme a loro gli spazi che poi saranno utilizzati unicamente da loro? Renderli partecipi è anche il miglior modo per fargli sentire che quegli spazi gli appartengono e devono averne cura” sottolinea Luca Pomarici di Brescia in Azione.
In collaborazione con Brescia Musei e il Teatro Grande, viene inoltre proposto di sviluppare atelier e percorsi specifici per i bambini nell’ottica di educare all’arte e alla bellezza fin dalla più giovane età.
In collaborazione con le associazioni della città e anche di attori privati, andrebbe sviluppata l’offerta di ludoteche in particolare al chiuso che forniscano spazi di divertimento durante l’inverno, in modo da togliere i bambini dagli schermi e consentire a tutti (anche chi ha case molto piccole) di giocare in spazi adeguati. In aiuto a questo modo di coinvolgere i più piccoli, potrebbero essere annoverate (e potenziate) anche le biblioteche sociali.
La tata di quartiere
Azione propone inoltre di rafforzare il servizio offerto alle famiglie istituendo la tata di quartiere. Ispirata dalla “garde partagée” che esiste in Francia, dove i comuni mettono a disposizione delle famiglie tate formate, avendo passato i test psicologici, che possono tenere dai due ai quattro bambini e il cui stipendio è condiviso fra le famiglie.
In Francia, la messa in relazione avviene tramite una piattaforma internet, dove si può curare anche la dichiarazione fiscale. Dichiarando la tata, ogni famiglia beneficia di uno sgravo fiscale. La legislazione italiana al momento non lo consentirebbe, ma ci impegneremmo anche a livello nazionale, in Parlamento, per garantirlo.
“È fondamentale costruire asili nido, ma sono progetti molto costosi e lunghi da realizzare. Un servizio complementare è quello della tata di quartiere che può corrispondere a tante donne che lavorano e che non possono saltare giorni di lavoro ogni volta che il bambino è malato e che non possono essere tutti i giorni ad orario fisso davanti all’asilo per prendere i figli e che magari non hanno la fortuna di avere dei nonni disponibili” ha dichiarato Caterina Avanza che ha beneficiato di questo servizio per i suoi due figli nati e cresciuti a Parigi.
Sarebbe poi interessante importare a Brescia il modello sviluppato dall’Emilia Romania con asili nido e materne che progressivamente diventano bilingue italiano/inglese. “Questo ci permetterebbe di offrire a tutti i giovani Bresciani un apprendimento fondamentale. Inoltre questo attirerebbe anche famiglie magari da Milano o altre città invogliate da una città che offre ai bambini opportunità uniche, garantendo anche alle nostre aziende più personale specializzato. Non potendo contare sulla giunta Fontana in regione Lombardia, partiamo da Brescia.” Concludono i due esponenti di Brescia in Azione.