Dati alla mano è il quinto aeroporto in Italia per volume di merci trasportate, più di Bergamo. Ma come storicamente accade lo scalo di Brescia Montichiari passa sempre un po’ in sordina rispetto ai suoi vicini di casa. Questo perché ovviamente non ha traffico passeggeri, ma in ogni caso è riuscito a ritaliarsi la sua – importnate – fetta di mercato.
Si è tenuto in queste ore un covegno al Pirellone dedicato al rilancio del D’Annunzio con la presenza di tutte le realtà coinvolte con l’intento di delineare lo sviluppo dello scalo nei prossimi anni e che ha contribuito a descrivere in modo puntuale e dettagliato la complessa mole di lavori e attività aeroportuali che quotidianamente vengono effettuate al Gabriele D’Annunzio.
Il convegno è stata anche l’occasione per analizzare i benefici e le eventuali problematiche legate al progettato ampliamento del sito aeroportuale sia sotto il profilo delle infrastrutture sia sotto quello ambientale sia infine dal punto di vista delle ricadute sul tessuto imprenditoriale bresciano e sull’occupazione.
L’aeroporto Gabriele D’Annunzio fa parte dei “dieci bacini di traffico nazionali” individuati dal Piano Nazionale Aeroporti.
Con poco meno di 40 mila tonnellate movimentate nel 2021, Brescia ha mantenuto le performance del 2020 (+1%), anno record contrassegnato dall’emergenza Coronavirus. Rispetto al 2019 i dati evidenziano una crescita del 29%.
Nel dettaglio, le merci via aerea hanno evidenziato una crescita maggiore dell’83% rispetto allo scorso anno, con oltre 14.500 tonnellate movimentate.
La posta, che nel 2021 rappresenta il 63% dei volumi complessivi, non ha proseguito invece nella performance dell’anno precedente, che era stata particolarmente agevolata dalle chiusure e dal lockdown generalizzato. Infatti si registra una flessione del -16,7%, legata all’assestamento delle quantità che transitano dall’hub di Brescia Montichiari: la quantità di prodotto postale movimentato nel 2021 vede comunque una crescita di oltre il 14% rispetto al 2019.