“Sul piano epidemiologico i segnali di come è andata li interpreteremo la prossima settimana. Dai dati capiremo se i i comportamenti dei cittadini sono stati virtuosi – ha detto il presidente dell’Iss Brusaferro – La chiave del successo di questa sorta di sperimentazione risiede nella consapevolezza che ognuno di noi partecipa in prima persona e può fare la differenza. Siamo ancora dentro l’epidemia. Aperture sì, ma con estrema accortezza nel gestirle”.
Servono ancora alcuni giorni secondo Silvio Brusaferro, intervistato dal Corriere della Sera, per fare un primo bilancio di questa fase due. Il presidente dell’Istituto superiore di sanità ha descritto questo momento come una fase estremamente delicata che potrebbe farci pensare di aver messo l’emergenza dietro alle spalle quando in realtà non è assolutamente vero.
“Mi sembra che tutti abbiamo imparato la lezione. Se continuiamo così potremo poi permetterci maggiori libertà e andare avanti con altre riaperture controllando la diffusione del virus – ha continuato – Dateci il tempo di monitorare l’effetto di questi primi passi. Bisogna contare i nuovi contagi e verificare che non siano aumentati prima di pensare al dopo”.
In sostanza l’adagio è sempre lo stesso: cautela, dati e rispetto delle norme. Così vale per il calcio per cui il comitato tecnico scientifico non ha ancora date un parere, per i musei dove il distanziamento sarà la parola chiave e qualsiasi altra riapertura a livello regionale quanto nazionale.
La misura più importante contro le infezioni per il presidente dell’Iss? Il lavaggio delle mani. Secondo Brusaferro non basta indossare la mascherina per essere al sicuro, il primo passo è una curata igiene delle mani.