“La sentenza del Tar depositata questa mattina certifica come sotto il profilo tecnico e amministrativo la Regione Lombardia abbia agito in maniera corretta, rispettando procedure e tempi previsti. Tutti coloro che ci accusavano di essere i colpevoli dello stop alla caccia a causa del mancato deposito del calendario entro il 15 giugno sono stati smentiti nero su bianco dal tribunale. Attendiamo le scuse, come giusto che sia. Nel merito vengono censurati alcuni passaggi del calendario dove ci siamo discostati da Ispra apportando motivazioni che per il Tar non sono sufficienti in particolare modo su pavoncella, tortora e moretta, come peraltro sta succedendo in tutta Italia. Da parte della Regione non c’è stato alcun ritardo”.
Queste le prime dichiarazioni dell’assessore regionale Fabio Rolfi dopo la sentenza del Tar sul calendario venatorio lombardo.
“Rimane il rammarico – prosegue Rolfi – per una sospensione dell’attività venatoria, limitata grazie al calendario ponte varato dalla Giunta regionale che ha riaperto la caccia per tutti dal 2 ottobre anziché dal 7, che alla luce della sentenza, la quale respinge gran parte delle rimostranze della Lac, appare eccessiva e fuori luogo e poteva essere limitata solo alle parti contestate. La caccia pertanto continua con calendario originale con la sospensione del prelievo per le sole specie contestate e la conclusione della caccia di cesena e tordo sassello il 20 gennaio”.
Non è però dello stesso avviso la Lac che in una nota ha espresso soddisfazione per la sentenza.