Un sequestro preventivo di oltre 7 milioni e mezzo di euro agli amministratori della Caffaro Bresci srl. Questo è quanto disposto dal Gip al termine delle indagini preliminari relative all’inquinamento del sito cittadino, inquinamento che la Procura stessa definisce “gravissimo”.
Il sequestro preventivo ha riguardato il profitto accumulato dall’impresa negli anni della sua gestione del sito ed è stato calcolato sulla base del “risparmio di spesa” che l’azienda avrebbe dovuto sostenere per preservare l’ambito territoriale dall’inquinamento verificatosi negli anni. La quantificazione nella cifra di 7.762.410 euro è stata effettuata grazie ad apposite perizie disposte dalla Procura.
“Il sequestro è stato eseguito in via diretta nonché per equivalente, in particolare acquisendo le quote di partecipazione societaria nella diretta disponibilità degli indagati” fa sapere la Guardia di Finanza che lo ha operato nelle scorse ore.
Questo provvedimento si aggiunge inoltre al sequestro dell’intero complesso aziendale della Caffaro Brescia srl, ora in
liquidazione e alle interdizioni dall’esercizio di uffici direttivi di persone giuridiche e imprese ad Alessandro Francesconi e Alessandro Quadrelli.
Le indagini erano nate a seguito di due segnalazioni dell’Arpa di Brescia del giugno e del settembre 2019, in cui l’Agenzia rilevava un innalzamento dei valori, rispettivamente di cromo-esavalente e di mercurio, nella falda acquifera sottostante allo stabilimento. Gli accertamentiavevano permesso di riscontrare un inquinamento della falda acquifera con valori di cromo esavalente e mercurio di gran lunga superiori a quelli della contaminazione “storica” del sito, oltre che un gravissimo inquinamento anche da “clorato”, sostanza che mai era stata riscontrata in falda in misura eccedente ai parametri consentiti.
Inoltre è stato contestato agli indagati il reato di disastro ambientale, per non aver garantito l’efficienza della barriera idraulica d’emergenza, il cui cattivo funzionamento ha causato una diffusione dell’inquinamento storico da PCB e
tetracloruro di carbonio nelle acque di falda ed in quelle superficiali sino a chilometri di distanza.
Contestualmente è stata anche comunicata la conclusione delle indagini preliminari agli indagati, fra cui figura anche l’ex commissario Moreni e un dirigente del Comune di Brescia.