Non solo raccolti bruciati dalla siccità, a soffrire il caldo sono anche gli animali nelle fattorie dove le mucche con le alte temperature stanno producendo per lo stress fino al 10% di latte in meno, ma a preoccupare e’ anche la mancanza del foraggio per l’alimentazione a causa dell’assenza di precipitazioni che in certe zone ha tagliato di 1/3 le rese. È l’allarme lanciato dalla Coldiretti Brescia che evidenza lo stato di emergenza a causa del caldo e della siccità.
Una emergenza nazionale che – sottolinea Coldiretti Brescia – riguarda coltivazioni ed allevamenti travolti da una catastrofe climatica che si prefigura addirittura peggiore di quella del 2003 che ha decimato le produzioni agricole nazionali.
Per le mucche – sottolinea la Coldiretti Brescia – il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e producono meno latte. Per questo nelle stalle sono già scattate le contromisure anti afa, con gli abbeveratoi che lavorano a pieno ritmo perché ogni singolo animale è arrivato a bere con le alte temperature di questi giorni fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 dei periodi meno caldi. Nelle stalle sono entrati in funzione anche ventilatori e doccette refrigeranti per sopportare meglio la calura e i pasti vengono dati un po’ per volta, per aiutare le mucche a nutrirsi al meglio senza appesantirsi. “Abbiamo messo in atto tutte le misure anti afa – racconta Angelo Bettoni giovane allevatore di Torbole Casaglia – Dai ventilatori alle doccette refrigeranti fino alla razione alimentare modificata in modo da garantire il benessere degli animali e cercare di mantenere in media la produzione”.
Al calo delle produzioni di latte, si aggiungono dunque – continua Coldiretti Brescia – i maggiori consumi di energia ed acqua, che in questo momento sono costosi e carenti. Giuseppe Ruggeri della Cascina Malgherosse di Verolavecchia precisa: “Oltre ai maggiori consumi e al calo della produzione di latte, ci sono problematiche legate al fatto che le vacche bevendo molto di più sono più esposte al rischio di indigestioni”.
“Per fortuna abbiamo ventole di raffreddamento per mantenere le stalle al fresco il più possibile – afferma Sonia Moletta imprenditrice zootecnica di Rudiano – ma un altro problema importante in azienda è la siccità”. La situazione è drammatica – prosegue Coldiretti Brescia – in un 2022 segnato fino ad ora da precipitazioni praticamente dimezzate con la mancanza di pioggia che in alcune zone dura da quasi tre mesi. La grande sete assedia città e campagne, con autobotti e razionamenti in case, orti e giardini, i fiumi in secca, i laghi svuotati e i campi arsi con danni che a livello nazionale già superano secondo la Coldiretti i due miliardi di euro.
A preoccupare – precisa la Coldiretti Brescia – è la riduzione delle rese di produzione delle coltivazioni in campo come orzo e frumento, ma in gravissima difficoltà ci sono girasole, mais, e gli altri cereali ma anche i pascoli ormai secchi per l’alimentazione animale.
“In questo scenario di profonda emergenza idrica è necessario agire nel breve periodo per definire le priorità di uso delle risorse idriche ad oggi disponibili, dando precedenza al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo, prevedere uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate per indennizzare le imprese agricole per i danni subiti a causa della siccità e favorire interventi infrastrutturali di medio-lungo periodo volti ad aumentare la capacità di accumulo dell’acqua e della successiva ottimizzazione nella gestione in un Paese come l’Italia che raccoglie solo l’11% dell’acqua piovana e deve fare i conti con reti colabrodo” conclude il presidente di Coldiretti Brescia Valter Giacomelli.