Un magrebino con una branda devasta una cella e quasi sradica la porta e un siciliano aggredisce un agente della Polizia Penitenziaria e lo spedisce in ospedale con una prognosi di 7 giorni.
“Un altro pomeriggio di follia, di una gravità inaudita” lo definisce Antonio Fellone, segretario generale aggiunto del SiNAPPe, il sindacato autonomo della Polizia Penitenziaria , che dopo essersi chiesto “che fanno ai piani alti?” ha espresso solidarietà al poliziotto ferito ed è tornato a chiedere l’allontanamento dei detenuti facinorosi.
Ma non solo. Fellone denuncia una “situazione ormai al collasso, chiediamo una visita ispettiva” e, preso carta e penna ha scritto Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Finanziaria, Bernardo Petralia, al suo vice Roberto Tartaglia, al Direttore Generale Personale e Risorse del Dipartimento dell’Amministrazione Finanziaria Massimo Parisi, al Provveditore Regionale, Pietro Buffa e alla Direttrice del Calere Cittadino, Francesca Paola Lucrezi.
“Sono mesi ormai che la scrivente Organizzazione Sindacale denuncia la problematica situazione registrata presso l’istituto “Nerio Fischione” di Brescia – scrive Fellone – .
Tante le manifestazioni di protesta, operate dai poliziotti ivi in servizio, che hanno coinvolto anche autorità locali e figure politiche, per portare all’attenzione dell’opinione pubblica la criticità vissuta, dovuta alle quotidiane aggressioni a danno degli agenti (ben note a codesto Dipartimento), alle continue risse che sconquassano la vita intramuraria, ed altri (troppi) eventi critici che alterano la regolare attività lavorativa!
Ed il SiNAPPe – sottolinea il Segretario Generale Aggiunto – non si stancherà di manifestare, se questo rimane l’unico modo di far uscire all’esterno il grido di allarme che da tempo anima i poliziotti penitenziari di stanza a Brescia.
Il personale è ormai saturo! “.
Oberato da turni massacranti e ridotto all’osso (anche dai contagi Covid); il rischio corso all’ordine del giorno ha toccato livelli inaccettabili -denuncia Fellone -.
La sicurezza e la garanzia all’incolumità personale non “abitano” più a Brescia, motivo per cui si chiede un intervento urgente di codesta Amministrazione da attuare, in primis, con una visita ispettiva, atta a toccare con mano quanto denunciato.
Certi della giusta importanza che si vorrà concedere alla presente, si resta in attesa di solerte riscontro.”