È di poche ore fa il durissimo attacco al Governo da parte della Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane. Il nocciolo della questione è ancora una volta la condizione di vita all’interno delle carceri italiane e il sovraffollamento, un problema endemico non solo a Canton Mombello.
“La situazione richiedeva un intervento estremamente deciso – ha detto a Èlive il componente bresciano della Giunta Andrea Cavaliere – Il nostro comunicato ha l’obiettivo di scuotere ulteriormente le coscienze”.
L’avvocato Cavaliere usa questa espressione, chiara, anche alla luce dell’ennesimo dramma consumatosi proprio poche ore fa nel carcere di Rebibbia dove un detenuto di 30 si è tolto la vita impiccandosi. È il 59esimo sucidio dall’inizio dell’anno.
“La misura ormai è colma, com’è colma da tantissimo tempo – aggiunge – Se è vero che le condizioni di civiltà di un paese vengono parametrate sulle condizioni delle proprie carceri, è anche vero che il livello delle nostre carceri rispecchia il livello della coscienza dei nostri politici”.
Il riferimento è chiaro, ed esplicitato dallo stesso Cavaliere: “Mi riferisco alla compagine governativa di maggioranza che pur avendo la possibilità di far approvare una misura che potrebbe dare un po’ di respiro e di speranza ai detenuti, la liberazione anticipata speciale, continua a rimandare mantenendo lo status quo sul presupposto che l’approvazione sarebbe una resa dello stato”.
L’Avvocato bresciano torna poi su un altro dei cavalli di battaglia della Giunta: il rapporto fra carcerazione e sicurezza. Secondo l’Unione delle Camere Penali è una menzogna.
“Questa è una vera e propria menzogna – dice – La sicurezza all’esterno del carcere la si ottiene con una diminuzione del tasso di recidiva, e la diminuzione del tasso di recidiva la si ottiene quando la detenzione rispetta la dignità umana”.