Caso Bozzoli: telecamere girate, fondi anomali, attesa per l’anatomopatologa
Qualcuno avrebbe disorientato le telecamere di videosorveglianza della fonderia. Il tutto pochi giorni prima della sparizione di Mario Bozzoli. L’installatore ha però escluso di averle orientate in quel modo il giorno della messa in funzione. E’ questo uno dei tanti misteri attorno alla sparizione di Mario Bozzoli, l’imprenditore di Sarezzo scomparso nel nulla l’8 ottobre del 2015. Nessun riscontro dalle scorie del forno della ditta. Operazioni bancarie ritenute sospette dagli inquirenti e al vaglio, in questi giorni della Direzione Antimafia. E ancora la perquisizione degli uomini della Guardia di Finanza per tutta la giornata di ieri alla Ifib di Bedizzole, l’azienda della seconda vita imprenditoriale di Adelio Bozzoli, il fratello dello scomparso, e dei suoi figli Alex e Giacomo, indagati al pari degli operai Oscar Maggi e Abu di concorso in omicidio volontario e occultamento di cadavere. L’intento degli inquirenti è verificare eventuali punti di contatto tra l’apertura dello stabilimento bedizzolese e la scomparsa di Mario Bozzoli. Sempre nelle scorse ore la Procura generale ha disposto anche il sequestro dei personal computer e dei cellulari in uso a Giacomo ed Alex Bozzoli. I device sono stati sottoposti ad una copia forensee po isono stati restituiti ai due fratelli presenti nell’azienda di famiglia,insieme a Ghirardini, la sera della scomparsa dello zio. Molto verrà determinato dall’esito degli esami dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo, per sapere anche se Mario Bozzoli sia finito nel forno oppure no. In caso di risposta negativa è ovvio che il copione investigativo sia destinato ad un clamoroso stravolgimento.
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