Alla fine Massimo Cellino ha ceduto. Il presidente del Brescia Calcio ha pagato allo studio Crew di Lamberto Cremonesi il progetto preliminare dello stadio progettato quando al timone della società c’erano Rinaldo Sagramola e Alessandro Triboldi.
Il patron biancoazzurro ha evitato così un pignoramento, liquidando gli architetti. Un passaggio di denaro da 300 mila euro che chiude solo in parte la partita tra Crew e Brescia Calcio. Lo studio Crew era stato incaricato dalla vecchia proprietà del Brescia Calcio affinchè realizzasse un progetto di un impianto da 25 milioni di euro che non si limitasse alle dotazioni indispensabili per le gare sportive ma comprendente anche spazi commerciali.
Nel caso quest’ultimo decida di non realizzare più lo stadio ma di farlo sulla base di un altro progetto non sono escluse nuove azioni legali. Il ricorso proposto dagli avvocati di Cellino contro il decreto ingiuntivo era già stato respinto. Il mancato pagamento avrebbe prodotto un pignoramento.
Tra mille magagne burocratiche prende corpo l’ipotesi di un impianto in tubolari, così come ha immaginato Cellino. Uno stadio da 16 mila posti con lavori di ampliamento e migliorie nel corso degli anni.