Com’era facilmente prevedibile dopo le confessioni a catena delle sorelle Paola e Silvia Zani, oltre che di Mirto Milani, la Procura di Brescia ha chiesto il rinvio a giudizio per l’assassinio della madre delle due Laura Ziliani. L’ex vigilessa di Temù sarebbe stata uccisa l’8 maggio dello scorso anno, ma il suo corpo senza vita è stato rinvenuto soltanto tre mesi dopo.
Poche settimane dopo il ritrovamento della salma, i tre erano stati arrestati e nei lunghi mesi successivi si erano trincerati nel silenzio. Una manciata di giorni fa, a fine maggio, la svolta decisiva: Milani confessa le sue responsabilità, così come nelle ore successive decidono di fare anche le due figlie di 26 e 19 anni.
“Dopo averle dato una tisana con benzodiazepine, le abbiamo messo un sacchetto in testa, lo abbiamo chiuso e poi le abbiamo stretto le mani al collo” lo scioccante virgolettato riportato dall’Ansa e attribuito al trio, oggi accusato di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere.
Parole che collimano con le ricostruzioni fatte dagli inquirenti al termine delle indagini.