La Procura di Bergamo comunica di aver concluso concluso le indagini nei confronti di 17 persone che hanno gestito la risposta alla pandemia da Covid-19. Le indagini, coordinate dalla Guardia di Finanza di Bergamo, sono consistite nell’analisi di una rilevante mole di documenti acquisiti o sequestrati, sia in forma cartacea che informatica, presso il ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità, il dipartimento della Protezione civile, Regione Lombardia, Ats, Asst, l’ospedale Pesenti-Fenaroli di Alzano Lombardo, oltre a migliaia di mail e di chat telefoniche in uso ai soggetti oggetto di indagini, oltre che nell’audizione di centinaia di persone informate sui fatti.
Un’attività complessa e che ha comportato delicate valutazioni in tema di configurabilità dei reati ipotizzati, di competenza territoriale, di sussistenza del nesso causalità ai fini dell’attribuzione delle singole responsabilità. Ha inoltre consentito di ricostruire i fatti così come si sono svolti a partire dal 5 gennaio 2020.
Era la prima fase della pandemia, il preludio ai momenti più bui. Al centro delle indagini la possibilità o meno di “chiudere” prima di quanto fatto quei territori in cui il virus aveva iniziato a mordere forte. Agli atti anche uno studio del dottor Crisanti, oggi senatore di partito Democratico, secondo cui con le zone rosse anticipate si sarebbero potuti evitare 2.659 e i 4.148 morti.
Fra gli altri indagati ci sarebbero il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro, il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli, il coordinatore dell’allora Comitato Scientifico Agostino Miozzo, l’ex capo della protezione civile Angelo Borrelli.
Giuseppe Conte, coinvolto nell’indagine, afferma: “Apprendo dalle agenzie di stampa notizie riguardanti l’inchiesta di Bergamo. Anticipo subito la mia massima disponibilità e collaborazione con la magistratura. Sono tranquillo di fronte al Paese e ai cittadini italiani per aver operato con il massimo impegno e con pieno senso di responsabilità durante uno dei momenti più duri vissuti dalla nostra Repubblica”.
Anche il deputato del Partito democratico – Italia democratica e progressista, Roberto Speranza, indagato, conferma la piena fiducia nella magistratura: “Apprendo da agenzie di stampa notizie riguardanti l’inchiesta di Bergamo. Ho sempre pensato che chiunque abbia avuto responsabilità nella gestione della pandemia debba essere pronto a renderne conto. Io sono molto sereno e sicuro di aver sempre agito con disciplina ed onore nell’esclusivo interesse del Paese”.
Il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, fa sapere di non aver ricevuto invece alcuna notifica di conclusione delle indagini: “Non ho ancora ricevuto alcun atto ufficiale. Ma sono sereno e garantirò, come ho sempre fatto, la massima collaborazione alla magistratura”