“Posso aver commesso degli errori ma l’ho fatto in buona fede. Ho sempre condotto una vita irreprensibile: sono pulito”. Questo il commento amaro rilasciato al quotidiano Giornale di Brescia, del sindaco di Cimbergo, Gianbettino Polonioli, da lunedì costretto agli arresti domiciliari.
Un provvedimento scattato anche per il consigliere comunale delegato all’Edilizia Stefano Polonioli, per la responsabile dell’Ufficio tecnico comunale Antonella Giuseppina Mottironi e per i due imprenditori Corrado Picinoli e Giuseppina Lanzetti. Per tutti l’accusa è di turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.
In sostanza l’accusa è quella di avere pilotato degli appalti per il paese camuno. Tra le accuse mosse al primo cittadino c’è la creazione di un sistema di potere personale da sfruttare al prossimo impegno elettorale.
Un’accusa alla quale Polonioni non ci stà specificando come la sua sia stata l’unica lista presente alle elezioni del 26 maggio e come in passato ha ottenuto la vittoria con il 70% dei voti. Sono tre le gare d’appalto contestate dalla procura di Brescia per un importo totale di un milione e mezzo di euro.
Riguardano la riqualificazione energetica del municipio e il risanamento dell’alveo del torrente Varecola Polonioni ha specificato: «A quegli appalti – ha spiegato il sindaco – hanno partecipato imprese non di Cimbergo: io non c’entro con questa faccenda. Non escludo nulla per quanto riguarda i miei collaboratori, saranno i giudici a fare luce, io sono pulito e mi difenderò”.