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Cina: consentita apertura ospedali a proprietà interamente straniera nelle principali città

Pechino, 30 nov 12:03 – (Xinhua) – La Cina ha presentato ieri un piano per consentire la creazione di ospedali a proprietà interamente straniera in alcune delle principali città, in un passo per aprire ulteriormente il suo settore sanitario.

Il piano di lavoro pilota, pubblicato dalla Commissione nazionale per la salute (NHC) e da altri tre dipartimenti governativi, concede l’approvazione per le città di Pechino, Tianjin, Shanghai, Nanchino, Suzhou, Fuzhou, Guangzhou e Shenzhen, nonché per la provincia insulare di Hainan.

Una importante risoluzione di riforma adottata dalla leadership del Partito comunista cinese a luglio ha evidenziato le telecomunicazioni e i servizi sanitari come aree che necessitano di una maggiore apertura.

In una spiegazione del piano di lavoro pubblicata ieri, l’NHC ha affermato che i due settori presentano una forte domanda di mercato interno e un forte interesse d’investimento da parte degli investitori stranieri.

Nel 2023, il numero di ospedali in Cina ha superato i 38.000, con gli ospedali pubblici che rappresentano meno di un terzo del totale. Tuttavia, gli ospedali pubblici hanno rappresentato l’83,5% del totale delle visite dei pazienti a livello nazionale, secondo i dati ufficiali.

Dal 2000, la Cina ha consentito la creazione di istituzioni sanitarie in joint venture con investitori stranieri. Dopo più di 20 anni di sviluppo, attualmente ci sono oltre 60 istituzioni sanitarie in joint venture con investimenti esteri nel Paese.

Il piano di lavoro esclude esplicitamente gli ospedali di medicina tradizionale cinese e vieta l’acquisizione straniera di ospedali pubblici.

Mirando a introdurre risorse sanitarie internazionali di alto livello, migliorare l’offerta di servizi sanitari e ottimizzare l’ambiente imprenditoriale, il documento specifica i requisiti pilota, le misure di gestione e altri termini correlati.

Il piano consente agli ospedali interamente a proprietà straniera di operare come ospedali generali, specializzati e di riabilitazione.

Include anche delle restrizioni. Ad esempio, a tali ospedali è vietato eseguire attività mediche con rischi medici o etici significativi, come il trapianto di organi umani. (Xin)

 © Xinhua

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