“Noi coltiviamo… loro mangiano” , “il nostro lavoro in pasto ai cinghiali”, e ancora “chiuso per cinghiali”.
Sono alcuni dei cartelli innalzati dagli agricoltori di Coldiretti questa mattina sotto il Pirellone, la sede del Consiglio Regionale della Lombardia, in piazza per protestare contro una situazione che definiscono “non più sostenibile”.
Gli allevatori e agricoltori Coldiretti chiedono subito il “Piano straordinario di abbattimento dei cinghiali”. Ma non solo cinghiali, lamentano, ma la fauna selvatica in generale: nutrie, lepri, lupi.
Coldiretti chiede un coordinamento tra tutti gli attori e un’armonizzazione di intervento delle diverse province, vale a dire, che tutte di comportino e legiferino allo stesso modo.
Coldiretti chiede l’istituzione di figure preposte, formate e preparate per procedere all’abbattimento della fauna selvatica su richiesta degli agricoltori e allevatori. “Non uno sterminio dei cinghiali e della fauna selvatica ma un piano di riduzione che riporti la situazione alla normalità, una situazione che – secondo Coldiretti – da anni è sfuggita di mano.
Il Ministero – sottolinea Coldiretti – un anno fa con decreto ha consentito alle Regioni di creare un piano straordinario regionale per il controllo della fauna selvatica. Piano però -ribadisce l’associazione degli agricoltori – finora mai attuato e non solo in Lombardia.
Per gli allevatori la principale minaccia dei cinghiali è la “peste suina” che potrebbe causare danni ingentissimi agli allevamenti.
Ma il “problema di sicurezza” non è solo sul fronte salute. La fauna selvatica è stata responsabile lo scorso anno di oltre 170 incidenti con feriti per attraversamenti stradali dei cinghiali, ad esempio.