Dopo la Peste suina africana, ora c’è anche l’allarme lingua blu. Cresce il timore negli allevamenti di pecore e mucche italiani con centinaia di focolai e migliaia di animali morti a causa della malattia che sta dilagando in Sardegna, Piemonte, Lombardia e Calabria. Ma non soltanto.
“Al momento la nostra provincia non ricade nelle zone di restrizione – spiega la presidente di Coldiretti Brescia Laura Facchetti – ma i numerosi focolai di ovini e bovini accertati sul territorio lombardo devono indurre comunque tutti i soggetti coinvolti alla massima attenzione e precauzione, per contrastare il diffondersi della malattia”.
La lingua blu (o blue tongue) è una malattia trasmessa ai ruminanti da un insetto, un moscerino del genere Culicoides – spiega Coldiretti Brescia – non colpisce l’uomo e non infetta il latte e la carne ma può comunque causare la morte dell’animale. Il diffondersi della malattia porta al calo della produzione di latte e al blocco della movimentazione delle greggi e delle mandrie, con danni economici per le aziende.
Per tutelare gli allevatori italiani, Coldiretti caldeggia controlli serrati sulle importazioni di animali vivi dall’estero, poiché la lingua blu è arrivata nelle regioni settentrionali (probabilmente dal Nord Europa), dove la malattia sta dilagando. Importante in tale ottica l’utilizzo delle stalle di sosta, oltre all’uso di repellenti per gli insetti.
Alcune regioni hanno già emanato ordinanze ad hoc, ma l’associazione chiede alle istituzioni di mettere in campo tutte le misure necessarie a partire dal reperimento dei vaccini.